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Ravanusa, l'opposizione resta senza un ufficio

Stando ai numeri, però, la cosiddetta «minoranza» è in realtà maggioranza perché può contare su 13 voti (con i tre esponenti del Pd e i 2 di Servire Ravanusa)

RAVANUSA. Chiedono una stanza dove potersi riunire e minacciano di far saltare tutte le sedute del Consiglio comunale se il sindaco non accoglierà questa proposta. La mancanza di una sala riunioni per il gruppo di opposizione a Ravanusa rischia di far bloccare i lavori consiliari. Alla base della protesta del gruppo di consiglieri che non hanno sostenuto il sindaco Carmelo D’Angelo, c’è appunto la richiesta di avere un luogo dove potersi riunire e discutere. E ieri la seduta consiliare non si è potuta tenere, o meglio è stata rinviata su proposta, votata all’unanimità, dai consiglieri dell’opposizione. La protesta andrà avanti fino a quando non si troverà un locale, all’interno del municipio, da destinare a sala riunioni per la minoranza. Stando ai numeri, però, la cosiddetta “minoranza” è in realtà maggioranza perché può contare su 13 voti (con i tre esponenti del Pd e i 2 di Servire Ravanusa), contro i 7 eletti nelle tre liste appoggiate al sindaco D’Angelo (Pdl, Mpa e Pid). “E’ da 10 mesi che il sindaco e la sua giunta ci prendono in giro – dice Pompeo Savarino, di Ravanusa nel Cuore – e non accolgono la richiesta di uno stanzino dove poterci riunire. Ci viene detto che non ci sono stanze libere – aggiunge – ma in realtà, di movimenti all’interno del Comune se ne sono visti e non si capisce perché si vuole privare l’opposizione di un locale. Siamo costretti ogni volta a riunirci presso il patronato gestito dal padre del Consigliere del movimento Cinque stelle oppure nei bar. Adesso basta. Abbiamo pensato anche ad attuare una protesta eclatante, invitando i media nazionali, durante una riunione dell’opposizione, da tenere in piazza, all’aperto, davanti al monumento ai caduti”. Insomma la strategia d’urto sarà attuata in tutto e per tutto dall’opposizione. Per la compagine che sostiene in sindaco interviene Giuliana Miceli, capogruppo del Mpa. “In Consiglio c’erano punti all'ordine del giorno importanti per la comunità ravanusana come la riduzione della tassa del suolo pubblico per gli ambulanti. Più volte l'amministrazione ha chiesto pazienza poichè sta provvedendo alla sistemazione del plesso del centro polivalente dove trasferirà gli uffici dei servizi esterni e quindi così liberare una stanza che sarà concessa all'opposizione. Questa forma di protesta – aggiunge Miceli - è deleteria sia perchè blocca la macchina amministrativa, visto che in previsione c'è l'approvazione dell'Aro (ambito dei rifiuti) che è di competenza del consiglio comunale, fondamentale per il risparmio e la riduzione dei costi del servizio e della gestione dei  rifiuti per i cittadini di Ravanusa, sia per il dispendio di denaro pubblico poichè si sono spesi circa 1.500 euro di gettoni di presenza senza portare a termine il Consiglio. Alla luce di questi fatti - conclude il capogruppo Giuliana Miceli - assieme ai consiglieri Calogero Di Salvo e Marisabel Sciandrone, ci dissociamo da questa vergognosa vicenda”. 

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