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Frana al Viale, «disertato» il Consiglio

L’assessore Mariella Lo Bello in aula striglia l’Ufficio tecnico: «Ho verificato: non funziona, non segnala, non fa progetti»

AGRIGENTO. Tutti contro il Comune, contro il suo sindaco e contro i responsabili dell'Utc. Tutti, contro gli assenti al consiglio comunale straordinario ed aperto tenutosi lunedì sera. Una Assise che era stata convocata, dopo il crollo al viale Della Vittoria, per trattare del dissesto idrogeologico di Agrigento. Rilancia, invece, l'assessore ai Lavori pubblici della Giunta Zambuto, Gerlando Gibilaro, chiedendo "un sopralluogo congiunto di tutte le aree interessate, la mappatura e la realizzazione di infrastrutture necessarie a tutela della pubblica e privata incolumità". Perché per Gibilaro "è il momento di farne una questione nazionale". Nel frattempo, arriva il secco "no" di Legambiente alla deviazione del traffico all'interno della villa Bonfiglio.


LE ACCUSE LANCIATE IN CONSIGLIO. «È emerso - tira le conclusioni il vice presidente del Consiglio, Giuseppe Di Rosa, che ha voluto la seduta straordinaria - che l'amministrazione è latitante. E' emerso che se al Genio civile gli si propongono i lavori fa dare, si fanno. Fra un paio di mesi - Di Rosa riferisce quanto dichiarato dal capo del Genio civile Mimmo Armenio - partiranno i lavori del costone della porta dei Saccajoli». «Gli agrigentini - ha detto il consigliere Alessandro Patti - stanno registrando la presenza di due diversi modelli organizzativi: uno è quello che sta agendo al viale della Vittoria, sotto la regia della Prefettura, e che ha visto agire sinergicamente producendo risultati immediati dal punto di vista organizzativo, assistenziale, economico, burocratico. Dall'altro, c'è però il modello organizzativo al quale siamo abituati che vede il Comune agire da solo, innescando una guerra contro tutti, scaricando la responsabilità sugli altri e non riuscendo a produrre nulla per la tutela della sicurezza dei cittadini».



LO BELLO: "NON FUNZIONA L’UTC". «Quando, lo scorso 28 gennaio, abbiamo ricevuto una nota del ministero dell'Ambiente per la ripartizione dei fondi Cipe, abbiamo - dividendo i progetti provincia per provincia - fatto una richiesta pari a 5 miliardi di euro, di cui un miliardo e mezzo per zone R4. Ho verificato che le maggiori richieste arrivavano dal Messina, dal Palermitano e poi, per 160 milioni di euro, dall'Agrigentino. Di questi 160 milioni - ha spiegato l'assessore regionale al Territorio ed Ambiente Mariella Lo Bello durante il Consiglio - 40 milioni sono quelli relativi ai lavori della Cattedrale che avevamo inserito noi dalla Regione, gli altri 120 erano di tutta la provincia. Controllando la città di Agrigento, c'era un solo progetto: quello della via Graceffo. Mi sono stupida perché Aragona, ad esempio, che ha presentato molti più progetti. Questo significa che l'ufficio tecnico non funziona, non segnala, non fa progetti. Invece di agire con il senno del poi, facciamo programmazione, facciamo prevenzione».



GIBILARO SCRIVE ALL’ARTA. «Considerato che oggi, più che mai, si impone l'adozione di politiche di riqualificazione e di risanamento del territorio per contrastare episodi calamitosi - scrive l'assessore ai Lavori pubblici Gerlando Gibilaro - e considerato che l'amministrazione, per insufficienza economica, non può fronteggiare questi eventi, chiedo un sopralluogo congiunto, la predisposizione di una mappatura e la progettazione di infrastrutture a tutela della pubblica e privata incolumità».



LEGAMBIENTE E LA VILLA BONFIGLIO. «Scegliere di sacrificare il poco verde attrezzato che abbiamo in centro per agevolare il traffico in un tratto di strada di circa 200 metri - scrive il presidente del circolo Rabat di Legambiente, Claudia Casa, - va contro qualsiasi logica di buon senso e mortifica la città. Nei giorni immediatamente successivi al crollo, il traffico non aveva mostrato criticità tali da richiedere un provvedimento così abnorme. A chi giova questa decisione? Chi ha fatto pressioni perché un provvedimento così insostenibile venisse assunto?».

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