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Tentò d’uccidere la sua ex fidanzata a Sciacca, i periti: era capace di intendere e volere

SCIACCA. Secondo i periti nominati dal giudice, Giuseppe Miceli, Gianfranco Termine, di 24 anni, di Ribera, era capace di intendere e di volere quando, l'11 gennaio dello scorso anno, accoltellò, al cimitero, l'ex fidanzata, allora diciassettenne. E' stata depositata presso la cancelleria del Tribunale di Sciacca la perizia disposta dal giudice nell'ambito del processo, che si celebra con il rito abbreviato, per tentato omicidio, a carico del giovane e ieri mattina i periti sono stati sentiti in aula. La perizia è giunta a conclusioni diverse rispetto alla consulenza della difesa dalla quale si evince che il giovane non era capace di intendere e di volere quando colpì la ragazza, lasciandola a terra, in una pozza di sangue. Consulente della difesa è lo psichiatra Paolo Li Bassi. La difesa di Termine, rappresentata dagli avvocati Serafino Mazzotta e Francesco Conti, ha chiesto un rinvio dell'udienza per esaminare la perizia, di 70 pagine. Il giudice ha rinviato al 13 febbraio prossimo. Saranno escussi ancora i periti e poi verrà fissata la discussione del pubblico ministero, della parte civile e della difesa. La famiglia della giovane si è costituita parte civile, rappresentata dall'avvocato Giovanni Forte. A soccorrere la giovane sono state alcune persone che si trovavano al cimitero e il custode. Poi la ragazza è stata trasferita all'ospedale Fratelli Parlapiano di Ribera e sottoposta ad intervento chirurgico. Successivamente è stata trasferita all'Ismett di Palermo dove è rimasta ricoverata per parecchio tempo prima di fare ritorno a Ribera. Poi è tornata a casa. Oltre alle numerose ferite causate dalla lama del coltello, la giovane presentava fratture in diverse parti del corpo. L'intervento chirurgico al "Fratelli Parlapiano", durato oltre cinque ore, è stato eseguito dai medici Mimmo Macaluso e Giovanni Falcone. Gianfranco Termine nell'udienza di convalida, nel carcere di Sciacca, davanti al gip Roberta Nodari, ha chiesto perdono, tra le lacrime. Il giovane non ha mai lasciato il carcere. Ieri mattina era presente in aula. La vicenda ha scosso in maniera particolare la città di Ribera e diverse sono state le prese di posizione a seguito di quanto accaduto quella mattina al cimitero dove i due giovani si erano dati appuntamento. A Termine era stata notificata, durante le indagini, una seconda ordinanza di custodia cautelare, poi annullata, per violenza sessuale. Il secondo provvedimento a carico del giovane era scaturito dalle dichiarazioni rese dalla ragazza che, sentita dagli inquirenti, avrebbe parlato della violenza subita, al cimitero, prima dell'accoltellamento. Ulteriori indagini hanno chiarito quest'aspetto e il giovane riberese si trova adesso imputato solo per tentato omicidio. La prossima udienza, con l'esame dei periti, precederà la discussione delle parti. Poi il giudice Miceli entrerà in camera di consiglio per la sentenza.

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