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Beatificazione del giudice Rosario Livatino, entro l’estate gli atti depositati in Vaticano

AGRIGENTO. I faldoni della causa di beatificazione di Rosario Livatino sbarcheranno presto a Roma. "E' questione di pochi mesi" ha detto l'Arcivescovo di Agrigento in un incontro pubblico. Potrebbero arrivare nella Capitale entro l'estate, sicuramente entro la fine del 2014, anche se si può dire che la fase diocesana si è ormai completata dato che si è conclusa l'escussione dei testi che sono stati ascoltati come testimoni della vita del noto Sostituto Procuratore presso il tribunale di Agrigento. Dal 1993 quando il vescovo incaricò Ida Abate, che del giudice fu insegnante, di raccogliere testimonianze per la causa di beatificazione, di strada ne è stata fatta. Dal 19 luglio 2011 quando è stato firmato dall'arcivescovo di Agrigento il decreto per l'avvio del processo diocesano di beatificazione, aperto ufficialmente il 21 settembre 2011 nella chiesa di San Domenico di Canicattì, sono stati ascoltati diversi testimoni. Compagni di scuola, colleghi di lavoro, ex colleghi magistrati. Come Michele Emiliano attuale sindaco di Bari che nell'ottantacinque, a soli 26 anni, fu amico oltre che collega di Livatino, nella Procura di Agrigento. Testimonianze fondamentali sono state anche quelle dell'attuale presidente del Tribunale Luigi D'Angelo e di Salvatore Cardinale adesso presidente della Corte di Appello di Caltanissetta e altri conoscenti del giudice ucciso il 21 settembre del 1990 sulla SS 640 mentre si recava, senza scorta, in tribunale, per mano di quattro sicari assoldati dalla "Stidda". I presupposti perché il processo abbia esiti positivi ci sono tutti. D'altra parte non potrebbe essere altrimenti per "Un uomo di una dirittura morale straordinaria, di grande coerenza al Vangelo, con un profilo umano invidiabile". Così come l'ha definito Don Giuseppe Livatino, arciprete di Raffadali, canicattinese di nascita e postulatore della causa di beatificazione che presiede i lavori di un'apposita commissione diocesana. «Bene ha fatto la Chiesa - aggiunge - ad individuarlo come testimone al convegno di Verona del 2006». Negli atti del processo di beatificazione c'è soprattutto il presunto miracolo della signora Elena Valdetara Canale di Pavia, guarita da un morbo raro immediatamente dopo aver sognato Livatino. Una guarigione improvvisa, dal punto di vista medico inspiegabile, che segna un passaggio cruciale, perché la pratica arrivi alla fase romana. Giunta al Vaticano, sarà nominato un relatore incaricato di organizzare i documenti e gli atti collezionati per attestare che il candidato all'onore degli altari ha esercitato una vita fedele al Vangelo.

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