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Nuovo anno giudiziario ad Agrigento con affanno, La pianta organica dei magistrati quasi dimezzata

AGRIGENTO. «La pianta organica dei magistrati prevede: un posto di presidente di Tribunale, 4 posti di presidenti di Sezione, dei quali tre destinati al settore penale ed uno a quello civile, 28 posti di giudice (compreso un giudice del lavoro), dei quali 14 destinati al settore penale ed altrettanti a quello civile. Questo Tribunale - sottolinea il presidente Oliveri - da sempre si connota per un rapidissimo avvicendamento dei giudici, nell’ultimo anno ha subito una pesantissima tornata di trasferimenti che ha determinato le attuali insostenibili scoperture di organico, pari ad un allarmante 44,4%. Le difficoltà organizzative risultano particolarmente pesanti sia per la composizione dell’organico, sia per il peculiare ambito della giurisdizione, sia per il regime delle incompatibilità in un territorio pervaso dalle manifestazioni della criminalità organizzata di stampo mafioso. I giudici destinati al settore penale ricoprono una pluralità di funzioni (giudice penale monocratico - Tribunale per le misure di prevenzione – Corte d’Assise – GIP/GUP - Tribunale del riesame ed appello). Peraltro, le scoperture non rappresentano concretamente il solo dato realmente utile che, per la valutazione dei carichi di lavoro, è invece quello della effettiva disponibilità dei magistrati in servizio».
«Difficoltà si registrano nella Sezione GIP/GUP. La normazione consiliare, ancorché estremamente dettagliata, si è rivelata del tutto inadeguata nelle situazioni più gravi di emergenza ed è stato minimale l’apporto delle applicazioni endodistrettuali. In sostanza difettano strumenti significativi proprio per le emergenze più gravi. La pianta organica potrebbe essere considerata adeguata solo ove fosse garantita costantemente l’integrale copertura dell’organico.
Il territorio presenta infatti specifici ambiti di patologia sociale che costituiscono vere e proprie emergenze:
1) La complessità e la considerevole durata dei numerosi processi penali per delitti di criminalità organizzata di stampo mafioso (la DIA indica la provincia di Agrigento come quella a più elevato indice di criminalità organizzata di stampo mafioso nella quale è più risalente il radicamento dell’intreccio tra mafia, imprenditoria e politica). Significativa la necessità di tenere attive tre sezioni della Corte d’Assise, (nel cui circolo è ricompreso il territorio del Tribunale di Sciacca).
2) il proliferare delle sopravvenienze di procedimenti (anch’essi riferiti all’intero territorio provinciale) per l’applicazione di misure di prevenzione personale e patrimoniale, per i quali ultimi si richiede una complessa attività tecnica di verifica patrimoniale e di gestione dei beni sequestrati; tanto a tacere delle elevatissime sovraesposizioni personali.
3) la costante emergenza dei procedimenti penali e civili a vario titolo connessi con il fenomeno dell’immigrazione clandestina che ha ripreso l’intensità di un esodo epocale e che vede l’isola di Lampedusa come principale portale d’accesso (abnorme il numero dei reati di clandestinità, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, di falsa attestazione sull’identità, con conseguenti applicazioni di misure cautelari reali, personali e procedimenti per direttissima, nonché dei numerosissimi procedimenti di tutela relativi a minori non accompagnati e procedimenti d’urgenza in ambito civile)».
«In alcuni casi più gravi la Procura distrettuale antimafia ha recentemente contestato l’ipotesi di omicidio plurimo pluriaggravato (ascritto agli scafisti che vi hanno fatto 3 ricorso per soffocare ogni cenno di disordine da parte dei clandestini durante il traghettamento); in altri casi le ipotesi di reato sono costituita dall’associazione per delinquere e dalla tratta di schiavi. Tali processi, alcuni dei quali già recentemente avviati, presentano notevolissime difficoltà già in ragione dell’esame di centinaia di extracomunitari che si esprimono esclusivamente in dialetti arabi».

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