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Sindaco a Racalmuto, Confindustria lancia il giornalista Felice Cavallaro

Il paese si divide sulla proposta di Lo Bello e Montante di candidare il giornalista al Comune sciolto per mafia

RACALMUTO. Traumatizzato dallo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Commissariato già da 20 mesi, ma le «operazioni di risanamento delle istituzioni locali – ha scritto, nel luglio scorso, il Consiglio dei ministri - da forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata riscontrate nella vita amministrativa» si concluderanno ad aprile. Racalmuto si «avvia a riprendere le fila ordinarie della sua vita politica ed amministrativa». Ivan Lo Bello ed Antonello Montante, a titolo personale, - ma sono pur sempre il vice presidente di Confindustria e il presidente di Confindustria Sicilia – attraverso le colonne del giornale on line Malgradotutto, il cartaceo fu tanto caro allo scrittore Leonardo Sciascia, lanciano la candidatura a sindaco del giornalista Felice Cavallaro, originario di Racalmuto. «Una personalità disinteressata come quella di Cavallaro, di indubbio profilo morale ed intellettuale – scrivono Lo Bello e Montante – rappresenterebbe una svolta di alto livello, una risposta di grande levatura morale dopo il trauma dello scioglimento per mafia, facendo di Racalmuto, ancora una volta, il laboratorio positivo, in grado di essere guida e capofila di un’intera area che da molto tempo attende il suo riscatto sociale ed economico».
Un appello alle forze politiche, sociali, ai giovani, a tutta Racalmuto – quello di Lo Bello e Montante – «affinché chiedano un ulteriore impegno a Felice Cavallaro per offrire il suo sforzo, già fattivo e quotidiano, candidandosi a primo cittadino di Racalmuto». Appello lanciato su un giornale on line e proprio sul web è cominciato l’esame virtuale del possibile candidato a sindaco Felice Cavallaro. Fra il blog «Regalpetra libera» e la grande piazza di Facebook, il popolo di Racalmuto s’è già diviso. Fioccano i «sì»: «È la persona giusta – scrive Alessandro Giudice – per risollevare le sorti di questo paese». Ma sono tanti anche i «no»: «Quando lo conoscerò e lo vedrò passeggiare in piazza – scrive Giuseppe Grizzanti – e parlare con una vecchietta, dirò che è un buon candidato. Per ora, non lo conosco». Ma ci sono anche, e sono tanti, coloro che non si pronunciano e chiedono soltanto «di farlo parlare, sempre che Cavallaro accetti».

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