AGRIGENTO. I quartieri di San Leone e del Villaggio Mosè, soprattutto – non si allagheranno più. E’ la speranza dell’amministrazione comunale che, per fronteggiare, ogni qualvolta piove, gli allagamenti, i danni e i disagi, sta seguendo due strade differenti. La prima, la più immediata, è l’espurgo della rete fognante delle acque bianche – di cui fanno parte caditoie ed inghiottitoi – e la pulizia dei canaloni. Il tutto, naturalmente, per la salvaguardia della pubblica incolumità. Per questi lavori – seppur a metà novembre ormai – è stato realizzato un cottimo fiduciario con importo di 15.300 euro, oltre Iva. Cinque le ditte prescelte: la Celauro Service di Naro, la Costruzioni C. Gac di Favara, l’Iseda di Porto Empedocle, la Supremambiente di Naro e la Sap di Agrigento. Due soltanto i plichi arrivati: quello della Celauro Service e quello della Supremambiente che si è aggiudicata, in via provvisoria, i lavori con il ribasso del 29,10 per cento, per un importo di 10.847 euro. L’altra strada seguita dal Comune per fronteggiare gli allagamenti è sull’impianto di smaltimento delle acque meteoriche che è ormai obsoleto. Soldi per ipotizzare maxi opere di ingegneria idraulica non ce ne sono, ma i pericoli in via Dei Fiumi, sul lungomare Falcone-Borsellino, in via Agena e al viale Delle Dune sono più che concreti. Ecco perché il Comune – con il dirigente dei Lavori Pubblici Giuseppe Principato – ha approvato la proposta dell’ingegnere Gaspare Triassi di nominare Domenico Urso quale responsabile unico del procedimento, formando un gruppo di progettazione composto da Gaspare Triassi, Antonino Casula, Giuseppe Cutaia, Claudia Mandracchia e Franco Infurna. A loro è stato affidato un compito arduo: riuscire a trovare i modi per salvare la parte a valle della città dai continui allagamenti. E, visto che la stagione delle piogge è già iniziata, dovranno tentare di farlo con una certa urgenza.
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