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Contraffazione e solidarietà, ai poveri di Agrigento le scarpe e gli indumenti sequestrati

Nella Giornata della legalità, conclusa l’operazione delle Fiamme gialle in diversi centri della provincia

AGRIGENTO. Saranno le famiglie bisognose monitorate dalla Caritas agrigentina a beneficiare del sequestro di merce contraffatta operato dai finanzieri del Comando provinciale delle Fiamme Gialle di Agrigento che hanno concluso una vasta operazione in diversi centri del territorio provinciale e che ha portato al sequestro di centinaia di pezzi, fra capi di abbigliamento ed accessori, orologi e CD musicali.
«Lo scopo di questi servizi - ha spiegato il comandante provinciale Massimo Sobrà - era il raggiungimento di più obiettivi: non soltanto quello di tutelare i proprietari dei marchi originali, e di salvaguardare la salute dei consumatori, ma anche lo scopo di difendere i commercianti rispettosi delle regole dalla concorrenza sleale di chi vende impunemente merce contraffatta. E proprio nel giorno del maxi sequestro, si celebrava in tutta Italia, la giornata «Legalità mi piace», un’iniziativa indetta da Confcommercio su scala nazionale proprio per richiamare l’attenzione sul fenomeno della pirateria commerciale e della contraffazione in genere».
L’attività, che ha interessato i più importanti centri della provincia, ha coinvolto circa 30 uomini, impegnati in diverse giornate ed in diverse fasce orarie, ed è sfociata nella denuncia di 9 persone e nel sequestro di circa 630 pezzi di svariata merce. Non soltanto circa 300 capi di abbigliamento ma anche un centinaio tra borse, occhiali e cinture e oggetti vari come un centinaio di orologi taroccati e 130 CD musicali.
«I sequestri dei giorni scorsi - ha concluso il colonnello Sobrà - hanno raggiunto anche un’altra importante finalità che è quella di riuscire ad aiutare le persone più in difficoltà, grazie alla possibilità di devolvere in beneficenza, quanto prima, gli oltre 300 capi di abbigliamento sequestrati, resa possibile da una felice sinergia venutasi a creare, soprattutto da un anno a questa parte, tra la locale Procura della Repubblica, la Prefettura, la Caritas diocesana ed il Comando di via Atenea». Non è infatti la prima volta che capi di merce contraffatta vengono ceduti in beneficienza anzichè esser edistrutti o lasciati ad impolverarsi nei magazzini. Decine di famiglie in difficoltà economiche, extracomunitarie ma anche locali, hanno potuto vestirsi con capi sostanzialmente nuovi seppur falsi.

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