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Ribera, ancora troppe in città le «incompiute»

RIBERA. Di Casa anziani, costruita negli anni 90' dalla Provincia regionale di Agrigento in contrada Piana Spito, ormai restano preaticamente solo le mura esterne: dall'interno ladri e vandali si sono portati via un po' di tutto quanto era stato collocato e dall'esterno a poco a poco si sono portati via anche la recinzione metallica. Il teatro nuovo di Via Circonvallazione, che è stato oggetto di un primo intervento di restauro, che finora non ha, però, consentito di utilizzarlo, anche parzialmente, resta ancora una “cattedrale nel deserto” ad un tiro di schioppo dall'ospedale nuovo. Il mattatoio comunale, chiuso da anni, in attesa che sia trasformato, si pensa, in un grande museo del mare o per conservare altri cimeli cittadini, è sempre più abbandonato nella zona del mercatino settimanale del giovedì. Il “museo archeologico”, i cui pezzi erano stati recuperati da un'associazione privata (l'”Archeoclub”) e poi affidati al Comune perchè trovasse una sede adeguata, non si sa che fine abbia fatto. Il Castello di Poggiodiana, oggetto di un milionario intervento di recupero, resta ancora inaccessibile. Sono queste solo alcune delle “storie” di ordinaria lentezza burocratica, dovuta prevalentemente alla carenza di finanziamenti, che si registrano da alcuni anni a questa parte in una città che via via è stata “spogliata” di servizi pubblici di una certa importanza, come il trasporto ferroviario, l'esattoria comunale, la Pretura e che ha rischiato di perdere pure l'ospedale e di recente l'istituto musicale provinciale “Toscanini”. Da tempo si attendono in città interventi decisivi per rilanciare una comunità che segna da alcuni anni a questa parte il passo e che vede, oltre a servizi pubblici importanti, il venire meno anche di strutture private che in passato (leggi il cine teatro Sarullo, l'arenza Excelsa, l'arena Ciancimino, il teatro Vella Grimaldi di via Saponeria) sono state sedi di attività culturali e sociali di un certo interesse e che hanno consentito alla città di conquistare un ruolo di primo piano nel panorama socio-economico-culturale agrigentino. Qualche spiraglio si starebbe aprendo, secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi dal sindaco Carmelo Pace, per la fruizione del Castello di Poggiodiana, dove dovrebbe arrivare l’energia elettrica. E’ ancora troppo poco per il riscatto di una nobile ”decaduta”.

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