LAMPEDUSA. Un gruppo di eritrei, parenti delle vittime del naufragio del 3 ottobre, si sono radunati sul molo del Porto Vecchio di Lampedusa per chiedere di poter esaminare dentro le bare prima che queste vengano trasportate a Porto Empedocle. La tensione che si è creata sulla banchina ha bloccato l'operazione di imbarco sulla nave militare Cassiopea. I parenti, giunti da tutta Europa a Lampedusa, non hanno fiducia nel riconoscimento fatto con l'ausilio di fotografie dei cadaveri viste al computer e chiedono di avere la certezza che nella bara col numero loro assegnato ci siano effettivamente i loro cari. Le autorità di polizia stanno spiegando che è impossibile salire sulla nave, dove gran parte delle bare sono state già caricate e infilate nella stiva, ma i parenti non intendono sentire ragioni e manifestano il timore che i loro cari vengano seppelliti senza un riconoscimento certo. Le forze dell'ordine stanno cercando di rassicurarli in modo da poter riprendere le operazioni di carico, e portare così via dall'isola le prime 50 bare dei 359 morti nel naufragio del 3 ottobre.
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