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Naufragio di Lampedusa, recuperati altri corpi

LAMPEDUSA. Più si va avanti, più il recupero diventa difficile e richiede tempi più lunghi: tutti i corpi dei migranti che si trovavano nelle zone aperte del barcone sono stati recuperati mentre sono ancora da estrarre i migranti che erano nella stiva e che sono praticamente ammassati uno sull'altro. Il bilancio provvisorio sale a 289 vittime.

Il corpo di un migrante è stato recuperato dai soccorritori alla deriva, a circa 300 metri dall'Isola dei Conigli. Si tratta della prima vittima del naufragio il cui corpo non è stato recuperato all'interno o nelle immediate vicinanze del relitto. Altri quattordici corpi sono stati recuperati all'interno del barcone.

Il corpo di un altro migrante è stato recuperato dalle motovedette a 12 miglia dall'isola di Lampedusa. Il corpo è stato segnalato da un peschereccio tunisino che ha avviso le autorità italiane. Dal primo esame medico-legale effettuato il corpo sarebbe di uno dei migranti che erano a bordo del peschereccio naufragato.


UN SOPRAVVISSUTO: ERAVAMO 545.
"Eravamo 545 persone, di cui circa 20 bambini di un'età compresa da pochi mesi fino a 8 anni. Eravamo tutti ammassati, senza possibilità di movimento. Il viaggio è durato più di 24 ore. La grandissima parte era di nazionalità eritrea, vi erano al massimo 10 etiopi e inoltre c'erano le due persone di pelle chiara, il capitano e il suo assistente". È il racconto fatto a investigatori e inquirenti da uno dei sopravvissuti, Mussiie Ghebberhiert, eritreo.

"L'imbarcazione aveva tre livelli - ha riferito l'eritreo - sottocoperta, ponte e un piano superiore. Durante la traversata, solo in una occasione è stata sostituita una cinghia al motore, in ogni caso nulla di particolare. Quando ci siamo trovati a breve distanza da Lampedusa - continua il racconto -. Chi conduceva l'imbarcazione ha spento i motori, e noi pensavamo di essere arrivati, tanto è vero che avevamo cominciato a mettere le scarpe. Pensavamo cioè che dovevamo aspettare solo i soccorsi provenienti dall'Italia. Siamo stati fermi, in prossimità dell'isola, circa un'ora e mezza''.

''Durante la sosta nei pressi della costa di Lampedusa, abbiamo iniziato a imbarcare acqua sottocoperta - aggiunge il sopravvissuto - o almeno così dicevano, poco dopo si è scatenato l'incendio. Io ho visto con i miei occhi il capitano versare benzina/gasolio su una coperta o lenzuolo che lo stesso capitano aveva poco prima richiesto. Non posso dire se sia stato il capitano ad accendere la coperta, quello che posso dire è che immediatamente dopo la coperta ha preso fuoco e si è incendiata una parte dell'imbarcazione, così tutti si sono riversati verso prua e la barca si è ribaltata".

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