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San Leone, Zambuto sulle fogne: «Molte condotte sono otturate»

Controlli tra viale dei Giardini e il vallone Donna Cristina per verificare immissioni abusive negli scarichi

AGRIGENTO.  Continua il balletto di dichiarazioni e prese di posizione sulla nuova, ennesima emergenza, causata questa volta dal temporale di mercoledì scorso che ha fatto letteralmente esplodere il sistema fognario di villagigo Mosè e San Leone e causato il nuovo divieto di balneazione.
ZAMBUTO. Questa volta, è l’amministrazione comunale a dire la sua rispondendo alle dichiarazioni di Girgenti Acque. «Scaricare le proprie inadempienze sugli altri - dice il sindaco Zambuto - è un'esercitazione facile che può servire a nascondere le proprie responsabilità. È esto è quanto successo in occasione dell'evento eccezionale ed imprevisto dei giorni scorsi che ha determinato un copioso sversamento di liquidi fognari nelle condotte delle acque bianche». Zambuto spiega inoltre come anche in altre zone del litorale agrigentino si siano verificati fenomeni simili così come una certa commistione tra acque bianche ed acque nere nelle relative condotte è un fatto fisiologico oltre che, in certi casi, necessario in caso emergenziale per evitare maggiori danni.
«Nel caso specifico - aggiunge - sembrerebbe tuttavia che nella zona delle Dune si sia verificata l'otturazione di un pozzetto fognario, mentre nessuna criticità si è registrata nello scorrimento delle acque lungo il vallone di via Magellano. Nella zona a compresa tra il viale dei Giardini ed il vallone "donna Cristina", nella quale è assente una specifica condotta delle acque bianche, già da alcuni mesi sono stati avviati specifici controlli volti a verificare immissioni abusive negli scarichi fognari e sono in corso di definizione le conseguenti ordinanze volte ad eliminare il fenomeno che, comunque, sembrerebbe rappresentare un aspetto marginale rispetto a quanto si è verificato in questi giorni». Peril sindaco infine, per quanto riguarda la situazione nella zona della villa Pertini, mentre l'ex Vallone non ha fatto registrare alcuna anomalia, il problema sembra doversi ricondurre alla condotta di collegamento tra questa zona e la centrale di sollevamento vicina allo stabilimento della P.S. che, a detta dei tecnici interpellati, dall'ultima videoispezione è risultata parzialmente otturata.

ARNONE. Sulla vicenda, interviene anche l’ambientalista Giuseppe Arnone che ricorda che la soluzione di trasferire tutti i rifiuti fognari della fascia costiera di San Leone al depuratore di Sant'Anna, fu proposta e votata in Consiglio Comunale per sua iniziativa, quasi vent'anni addietro. «Fu il defunto imprenditore Trasatti - scrive Arnone - che ci ha suggerito questa soluzione. Trasatti, esperto della materia, che aveva lavorato al depuratore di Sant'Anna sapeva benissimo che l'impianto, all'epoca pure ammodernato, era in grado di depurare i rifiuti fognari per oltre 50 mila abitanti, secondo Trasatti addirittura 70 mila. Sant'Anna già vent'anni addietro era sottoutilizzato, fu finanziato per depurare anche i reflui della fascia costiera ma poi le lobby illegali impedirono che queste cose ovvie si facessero».

MAREAMICO. Infine anche Claudio Lombardo, ambientalista di Mareamico, continua a monitorare la vicenda. Lombardo ha diffuso su internet una tabella esplicativa sulle condizioni del litorale agrigentino. «Caos, Zingarello, Drasy e Punta Bianca, sono pericolose per la caduta massi - spiega, la zona del porticciolo di San Leone e Fiume naro non sono balneabili per decreto regionale. La zona di Villa Pertini e le Dune è vietata ai bagnanti per inquinamento e infine la zona dell’Oceanomare non è balneabile per pericoli causati dall’erosione costiera». 

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