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Controlli con il redditometro Manca personale, slitteranno

Impiegati in ferie e in congedo, gli accertamenti sui redditi dal 2009 inizieranno solo a settembre

AGRIGENTO. Nonostante sia già entrato in piena operatività in tutta Italia non è ancora partito ad Agrigento il nuovo redditometro.
«Non abbiamo avuto ancora disposizioni dalla direzione regionale, ma arriveranno presto e saremo subito operativi con il nuovo sistema», fanno sapere dall'ufficio controlli dell'Agenzia delle Entrate di Agrigento, guidata dal direttore Giuseppe Marino, dove peraltro in questi giorni, su cinquantanove dipendenti, solo in sei pare siano al lavoro, tutti gli altri in ferie o in malattia. Al ritorno a lavoro si faranno gli straordinari per far partire la "caccia" alle spese degli agrigentini con la task force che sarà creata ad hoc e che farà "irruzione" nei movimenti bancari e a diversi dati dell'utenza.
Massimo a settembre scatteranno i controlli che si applicano agli accertamenti relativi ai redditi dichiarati a partire dal 2009. Ad occuparsi nell'Agrigentino del redditometro, che rispetto a prima adesso tiene conto di dati più dettagliati per ricostruire il reddito, sarà l'ufficio controlli della direzione provinciale di Agrigento che si prenderà cura anche di rilevare i dati relativi all'utenza degli uffici territoriali di Canicattì, Licata, Sciacca, Menfi e Casteltermini.
«È prevista - ha spiegato l'Agenzia delle Entrate in una circolare - una tolleranza del 20% tra reddito dichiarato e capacità di spesa, un doppio contraddittorio con il contribuente e l'uso solo di spese e dati certi senza tener conto delle medie Istat».
Lo strumento di controllo - una versione corretta e più rigorosa del precedente programma del 2012 - dovrebbe rafforzare la lotta all'evasione fiscale facendo anche emergere gli illeciti profitti.
«Nella selezione dei contribuenti a maggior rischio di evasione e nell'effettuazione dei controlli previsti - ha spiegato ancora l'Agenzia delle Entrate - verranno presi in considerazione solo spese e dati certi presenti in anagrafe tributaria o nella dichiarazione dei redditi e si non terrà conto delle spese medie Istat, che, pertanto, non verranno prese in considerazione nel calcolo dello scostamento tra reddito dichiarato e reddito ricostruito».
Maggiore spazio è previsto per il dialogo con un 'doppiò contraddittorio tra fisco e contribuenti, che potranno fin dal primo incontro dimostrare che le spese sostenute sono state finanziate con redditi che l'Agenzia non conosce perchè tassati alla fonte o esclusi dalla base imponibile. Se le indicazioni sono esaustive, l'attività di controllo si chiude in questa prima fase. In caso contrario, il contraddittorio prosegue e vengono valutate anche le spese per beni di uso corrente, calcolate sulla base delle medie Istat.
Intanto c'è chi comincia a prendere le contromisure. "Dieci consigli per difendersi dal redditometro", impazzano già su facebook sulla pagina "Accertamento redditometro".
Il primo consiglio spiega che «è rilevante la disponibilità e non la proprietà dei beni. Quindi se possibile bisogna documentare che la casa, l'auto, il cavallo o la barca sono nella disponibilità di un'altra persona. Non sempre l'ufficio ha a disposizione questi dati e quindi spetta al contribuente provare tali situazioni attraverso un contratto di comodato, una denuncia di furto o con qualsiasi altro mezzo».
Il secondo consiglio antiredditometro spiega invece che «si calcola la disponibilità di denaro necessaria a far fronte alle spese sostenute e al mantenimento dei beni a propria disposizione. Quindi bisognerà dimostrare con qualsiasi mezzo che tale disponibilità deriva da fonti ulteriori al reddito dichiarato. Ad esempio l'apertura di un affidamento bancario, il disinvestimento di titoli, l'affitto o il mantenimento dell'auto pagati direttamente dal genitore, prestiti e donazioni effettuate dai familiari».

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