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Il divieto di San Leone, Antonica: «Pochi vigili per i controlli»

L’ordinanza contro la balneazione. Sono attesi per questa mattina i risultati delle analisi dell'acqua prelevata

AGRIGENTO. Sono attesi per questa mattina i risultati delle analisi dell'acqua prelevata l'altra sera dal mare di San Leone per verificare se ci sono elementi inquinanti tali da determinare il prolungamento dell'ordinanza del sindaco che vieta la balneazione nel tratto dei pennelli a mare. E' uno dei tasselli dell'inchiesta disposta dalla Procura di Agrigento, dal Gip Ottavio Mosti, che sta cercando di far luce su eventuali responsabilità nell'inquinamento delle acque della costa agrigentina.
Del resto l'inosservanza alle disposizioni imposte dal sindaco comporta solo una sanzione amministrativa fino a 500 euro ma nessun provvedimento di natura penale. Significa che se la gente ha voglia di fare il bagno nella zona di mare interessata da un divieto è libera di farlo ma deve sapere che in caso di controlli e contestazioni può essere multato con una sanzione in denaro. Questo passaggio tecnico lo spiega il comandante della Polizia locale, Cosimo Antonica.
"Il testo unico sugli enti locali - dice il comandante dei vigili - prevede solo una sanzione amministrativa per chi non osserva il divieto temporaneo del sindaco. L'ordinanza di divieto di balneazione nel tratto di mare interessato a San Leone - aggiunge Antonica - può essere fatta rispettare da tutte le forze dell'ordine, compresa la polizia locale, ma è chiaro che noi non avendo personale sufficiente a disposizione, per tutti i servizi che dobbiamo espletare non siamo in grado di presidiare le spiagge per far osservare questa ordinanza.

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