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Il crollo nella via Brancati di Favara: sono 17 le famiglie sgomberate

FAVARA. Sono 17 le famiglie che sono state costrette ad abbandonare casa in attesa che il consulente nominato dal sostituto procuratore della Repubblica, Giacomo Forte, effettui le prime verifiche sulla palazzina a tre elevazioni (oltre ad una superfetazione in lamierato) improvvisamente crollata nella tarda serata di venerdì in via Brancati. Il provvedimento di sgombero è stato firmato dal vice sindaco Carmelina Vita, avendo sostituito il titolare che per una settimana, per esigenze familiari, si è soffermato nel nord Italia. Il primo cittadino è rientrato in sede proprio ieri e il suo primo pensiero è stato quello di visitare i luoghi del disastro che per puro miracolo non ha fatto registrare perdite di vite umane.


"In tutto le persone raggiunte dall'ordinanza di sgombero - dice il vice sindaco - sono 69, oltre ad un altro soggetto che si trovava ospite di una famiglia. Positivo il fatto che non ci sono state reazioni scomposte anche se qualcuno ha sostenuto di non essere in pericolo considerata la distanza dalla casa venuta giù". Tutti hanno trovato sistemazione presso parenti. Qualcuno ha raggiunto le abitazioni estive di campagna o di mare. Tutto l'isolato in cui è compresa la palazzina caduta è stato transennato con i vigili urbani e i carabinieri che effettuano una vigilanza h/24 e ciò fino a quando non sarà cessato il pericolo. Ma non mancano i problemi di ordine logistico. Essendo stati tranciati i cavi della luce, è stato necessario un intervento della ditta che gestisce per conto del Comune la manutenzione della pubblica illuminazione che ha installato dei faretti per illuminare la zona evitando possibili atti di sciacallaggio. Da ammirare il comportamento dei vigili del fuoco pronti ad assecondare le richieste degli sfollati, accompagnadoli in sicurezza nelle abitazioni per prelevare qualche effetto personale.


"In tutta la zona transennata - aggiunge il comandante della polizia municipale, Gaetano Raia -, oltre a quello veicolare, è stato interdetto anche il transito pedonale". Per sapere come si potrà evolvere la situazione bisognerà aspettare domani, giorno in cui è previsto l'arrivo del consulente nominato dalla Procura della Repubblica di Agrigento che, nel frattempo, ha posto sotto sequestro tutto l'immobile realizzato negli anni settanta secondo i metodi di costruzione di quel tempo in cui si utilizzavano in prevalenza blocchi di calcarenite con solai in calcestruzzo e qualche pilastro in cemento solo in prossimità delle scale. Sembra, inoltre, che la zona sia appoggiata su una bolla d'acqua che crea problemi di umidità soprattutto ai magazzini.

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