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Grotte, anche la chiesa nel «mirino»: bruciata porta della canonica S. Rocco

Don Gaspare Sutera durante la notte non s'è accorto di nulla: ieri mattina, la terribile scoperta

GROTTE. Hanno cosparso la parte bassa del portone di ingresso della canonica della chiesa di San Rocco e l'hanno incendiata. Scappando, senza alcun timore d'aver lasciato le impronte digitali, hanno abbandonato sul posto - in quella rientranza che costeggia la chiesa e che ospita la canonica - la bottiglia con all'interno ancora qualche goccia di liquido infiammabile. Don Gaspare Sutera, da sei anni parroco a San Rocco, durante la notte non s'è accorto di nulla. Soltanto ieri mattina, la terribile scoperta. Il portone, almeno nella parte bassa, era tutto bucato. Il legno era stato divorato dalle fiamme e ci aveva messo poco a trasformarsi in cenere e a cedere sul pavimento e sullo scalino che immette alla ripida scala di ingresso che porta alla casa canonica. Sono stati chiamati i carabinieri della stazione di Grotte. I militari, coordinati dal comando compagnia di Canicattì e dal capitano Salvator Menta, si sono subito portati sul posto. Si sono "arrampicati", fra le viuzze strette, fino alla parte alta di San Rocco, fino alla chiesetta, fra case abbandonate e cadenti ed altre dal prospetto esterno scrostato. Hanno trovato e sequestrato la bottiglietta. Hanno ascoltato le parole del giovane prete, le hanno verbalizzate ed hanno avviato le indagini.
San Rocco, a Grotte, non è mai stato un quartiere facile. Ma gesti di questo genere, soprattutto in danno della parrocchia, non se ne sono mai verificati. Don Gaspare, ieri mattina, non ha voluto commentare. Si è limitato a dire: "E' stato un atto vandalico".
I carabinieri stanno svolgendo le indagini nel più fitto riserbo possibile. E' possibile che ad entrare in azione, durante la notte, siano stati dei ragazzini, magari un gruppetto; oppure qualche ubriaco. Probabilmente, per come ha detto lo stesso parroco, davvero un raid vandalico. Senza senso e senza giustificazione. Del resto negli ultimi sei anni, da quando don Gaspare è a San Rocco, non sembrerebbero esserci mai stati problemi. Nessuna avvisaglia dunque, nessun sentore di potenziali "complicazioni". "Cerchiamo di rimediare" - ha aggiunto il giovane prete - . Se da un lato, lui - don Gaspare - dovrà continuare ad occuparsi della salute delle anime del quartiere di San Rocco; dall'altro i carabinieri dovranno cercare di capire se la "mano incendiaria" abita proprio - come sembrerebbe probabile - nel medesimo rione del centro storico di Grotte. Un'indagine che non si preannuncia però semplice visto che, come sempre accade in circostanze analoghe, nessuno sembrerebbe aver visto, né sentito nulla.

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