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Sbarchi senza fine a Lampedusa, approdano anche minori

ROMA. Si oppongono alle identificazioni attraverso le impronte digitali perchè significherebbe non poter più lasciare l'Italia per raggiungere altri Paesi in Europa. Oltre 200 migranti lo hanno scritto in alcuni striscioni, in arabo e in inglese, con i quali hanno sfilato per le strade di Lampedusa, davanti alle centinaia di turisti che affollano l'isola per le vacanze. Dal centro di accoglienza in contrada Imbriacola, uomini, donne e bambini hanno raggiunto le strade del centro, percorrendo anche la zona del porto, dove si trovano molti ristoranti. Un corteo pacifico, controllato da poliziotti e carabinieri che hanno scortato i manifestanti lungo l'intero tragitto, prima del rientro nel centro. Con questa iniziativa, già messa in atto qualche giorno fa, i migranti cercano di attirare l'attenzione delle autorità e sensibilizzare l'opinione pubblica, approfittando dell'effetto mediatico prodotto dalla visita nell'isola di papa Francesco.  In questo momento nel Cpsa di Lampedusa, che ha una capienza di soli 250 posti, si trovano 838 persone, tra cui 142 donne e 127 minori. Tra questi ultimi, 33 sono con uno o entrambi i genitori, mentre tutti gli altri sono approdati in Italia da soli. A censirli è stata l'associazione Save the Children che chiede la creazione di una task force presso il ministero del Welfare. Si tratta «prevalentemente di adolescenti, ma vi sono anche 42 ragazzi più piccoli, di 14-15 anni; il più piccolo in assoluto, non accompagnato, viene dalla Somalia e ha solo 11 anni». Sono di provenienza diversa (Eritrea, Somalia, Gambia, Etiopia, Ghana, Siria, Nigeria, Guinea Bissau, Bangladesh, Algeria). Tra loro, anche cinque ragazze sole, la più piccola di 15 anni. «La condizione di precarietà e di sovraffollamento - sottolinea l'associazione - si fa sempre più difficile, non sono garantiti per i minori spazi di accoglienza dedicati e, in molti casi, i minori rischiano di essere coinvolti nelle conflittualità che sempre più frequentemente si verificano all'interno del Centro. Molti ragazzi sono costretti a dormire all'aperto per terra, senza brandine. Le condizioni igienico-sanitarie sono molto precarie con un numero di bagni e di docce del tutto insufficiente rispetto alle presenze».  L'iniziativa del corteo non è piaciuta ai pescatori lampedusani. «Quando siamo noi a manifestare perchè non c'è la nave e i nostri prodotti vanno a male la polizia ci identifica, invece i migranti vengono persino scortati: le istituzioni stanno distruggendo la nostra isola, i responsabili nazionali e locali dovrebbero andare tutti a casa», afferma Totò Martello, responsabile dell'associazione pescatori delle Pelagie.

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