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Strade invase da decine di cani randagi a Canicattì, arrivano guardie forestali e venatorie

Il Comune corre ai ripari e si affida agli esperti. Annunciato pure il potenziamento del servizio di accalappiamento

CANICATTI'. Ormai la conta dei cani randagi presenti su tutto il territorio comunale ha di gran lunga superato la doppia cifra. Decine di animali sparsi in diversi quartieri nei quali, in alcuni casi, la tranquillità e sicurezza è minata proprio dalla presenza di cani senza padrone che rappresentano un pericolo per i residenti. È un'altra estate di pieno allarme quindi in città sul fronte randagismo e fino ad ora a nulla sono valse le reiterate proteste giunte all'amministrazione comunale che da parte sua sta cercando in ogni modo di porre un argine al dilagare del fenomeno. I casi più spinosi sono quelli che si registrano nelle periferie dove si registra la presenza di randagi "stanziali", ormai abituali frequentatori di queste zone, come avviene ad esempio in via Mario Saetta, nel quartiere Oltreponte. Qui i residenti sono letteralmente ostaggio di un gruppetto di randagi, composto da cinque cani di grossa taglia, che rendono pericoloso anche il semplice attraversamento della strada per raggiungere le automobile parcheggiate nei pressi dei palazzi. Un pericolo che si eleva esponenzialmente se si considera che specialmente in questo periodo ci sono tanti bambini che gravitano nella zona con biciclette o semplicemente per giocare all'aria aperta. Via Mario Saetta è solo il simbolo di un problema presente a macchia d'olio in tutta la città e per tamponare il quale l'amministrazione comunale ha adesso pensato di affidarsi anche al supporto di Guardia Forestale e Venatoria. Il progetto è quello di stanare tutti i proprietari di cani che non hanno provveduto alla microchippatura dei loro animali, cosa che oltre ad essere fuori legge rappresenta una via di fuga impunita in caso di abbandono dell'animale che non potrebbe così essere "identificato". I controlli si rivolgeranno specialmente alle zone rurali della città e nelle abitazioni di campagna dove maggiore è la frequenza di abbandoni di cani e conseguentemente punto di partenza dei gruppi di randagi che poi si riversano nelle zone centrali della città. Oltre a questo intervento di tipo repressivo l'amministrazione comunale ha intensificato il servizio di accalappiamento dei randagi che una volta sterilizzati e microchippati devono essere rimessi in libertà. " Questo vulnus penalizza per certi versi la nostra azione - ha spiegato l'assessore ai Servizi Sanitari Vincenzo Guarneri - perchè non abbiamo modo di poter ridurre il numero di randagi presenti sul territorio ma dobbiamo limitarci soltanto ad interventi d sterilizzazione in modo da bloccare la proliferazione di cuccioli". Cuccioli come quelli che qualcuno nei giorni scorsi ha abbandonato all'interno di un sacchetto della spesa a pochi metri dalla Chiesa di San Diego e che sono purtroppo morti prima dell'intervento dei veterinari.

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