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Appalti sospetti ad Agrigento, anche due ennesi tra gli indagati

Concorso in frode e falso: sono Cristofero Bonura di Valguarnera e il piazzese Giuseppe Bentivegna

ENNA. Ci sono anche due ennesi tra gli indagati dell'inchiesta "Kainé trapeza", l'indagine del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Agrigento, che ha svelato un sofisticato sistema di spartizione di un appalto pubblico da oltre 3 milioni di euro, che sarebbe stato messo in piedi a Favara, in provincia di Agrigento. Gli ennesi, accusati rispettivamente di concorso in frode e istigazione al falso, sono Cristofero Bonura di Valguarnera e il piazzese Giuseppe Bentivegna, entrambi di 49 anni. I due hanno ruoli marginali rispetto all'inchiesta, che ruota tutta attorno alla presunta turbativa di una gara d'appalto aggiudicata nel 2008 dal Comune di Favara, tramite l'Urega, per lavori di consolidamento e riqualificazione degli orti urbani nell'ambito del cosiddetto "Contratto di quartiere". I due "ennesi" sono difesi entrambi dall'avvocato Antonio Impellizzeri. Secondo la Procura di Agrigento, le ditte partecipanti - che sarebbero state 161 - avrebbero presentato tutte lo stesso ribasso, il 7,3152 per cento. Per questo l'Urega sarebbe stato costretto ad affidare i lavori per sorteggio a un'impresa di quelle che per i finanzieri erano già d'accordo tra loro. Le posizioni dei due ennesi, come si diceva, sono decisamente defilate, sebbene figurino pure loro nell'elenco di 34 nomi relativo alle richieste di rinvio a giudizio formulate dal sostituto procuratore di Agrigento Giacomo Forte e dall'aggiunto Ignazio Fonzo. L'udienza preliminare si terrà il prossimo 31 ottobre davanti al gup del Tribunale di Agrigento, Franco Provenzano. Bonura, in concorso con i favaresi Nicolò Costanza e Michelangelo Palumbo, è accusato di un concorso in frode, che sarebbe consistita nell'utilizzo, nella realizzazione dei massetti sottostanti la pavimentazione dei manufatti relativi ai cantieri "Anfass" e "ex macello", di breccia coperta da un piccolo strato di calcestruzzo, anziché realizzarli a regola d'arte mediante il solo utilizzo di calcestruzzo. Sarebbe avvenuto nell'aprile del 2010. Costanza per l'accusa era colui che gestiva di fatto l'appalto, Palumbo e Bonura erano il responsabile del cantiere e il capocantiere, comunque agli ordini di Costanza. Un reato minore è anche quello contestato a Bentivegna, che è accusato soltanto di un concorso in falso. Sostanzialmente, secondo la Procura di Agrigento, Bentivegna - che è indagato in concorso con Palumbo e con il favarese Giovanni Vitello per un presunto falso avvenuto il 26 febbraio 2010 a Favara - avrebbe istigato assieme a Palumbo, Vitello a mentire alla Guardia di Finanza. Alle Fiamme Gialle, Vitello avrebbe dichiarato falsamente che i pagamenti in suo favore venivano fatti da Palumbo e non da Costanza. Per i finanzieri era vero il contrario.

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