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Bollette idriche, Sambuca in piazza

In poche ore lungo corso Umberto I un migliaio di persone si sono radunate per protestare: c’è chi deve pagare consumi per dodicimila euro

SAMBUCA. «Non pagate le bollette dell'acqua ai pirati dell'acqua. È un bene comune».
È uno dei tanti striscioni che campeggia a fianco della chiesa del Carmine, divenuto l'emblema della protesta che si registra a Sambuca in queste ore, dopo l'arrivo delle salatissime bollette emesse dal gestore agrigentino del servizio idrico, "Girgenti Acque". Avviata una petizione.
In poche ore, domenica pomeriggio, sotto un sole cuocente, si sono radunati in piazza della Vittoria e lungo il corso Umberto I, spontaneamente e pacificamente, un migliaio di persone con in mano le bollette, moltissime delle quali con importi considerevoli, che spesso arrivano a migliaia di euro, anche di oltre 12 mila euro.
«L'acqua di Sambuca ai sambucesi», il grido, sintetizzato in uno striscione e fatto proprio da un omonimo comitato spontaneo.
«Abbiamo raccolto oltre 700 firme - dice Pasquale Maggio, uno dei 12 componenti del comitato, assieme Natale Sortino, Vincenzo Montalbano, Vincenzo Venezia, Antonino Montalbano, Giuseppe Di Bella, Paola Caridi, Girolamo Cicero, Anna Maria Di Prima, Francesco Zinna, Leonardo Pendola e Franco Alloro -. C'è tensione nell'area. La gente è esasperata. Non ha lavoro, ed è tartassata. Abbiamo riscontrato innumerevoli disservizi nella distribuzione a mezzo delle rete idriche, e non vi è rispondenza tra il servizio erogato e gli importi richiesi in bolletta che riteniamo esageratamente sproporzionati rispetto a quanto pagato negli anni precedenti, da qui la petizione che verrà inviata alla Procura di Agrigento, alla Prefettura, all'Ato idrico, all'Amministrazione sambucese e al governatore della Sicilia, Rosario Crocetta», precisa Maggio.
In sostanza, i sambucesi si sentono presi in giro da un governo nazionale e Regionale, che dalle parole non riesce a passare ai fatti. Si chiedono a cosa sia servito il referendum di un anno fa sull'acqua pubblica e la legge regionale del 9 gennaio scorso. Sambucesi che, pur avendo le sorgenti Resinata e San Giovanni, sotto i piedi, oggi toccano con mano i risultati ed i costi della privatizzazione dell'acqua.
«A seguito delle recenti emissioni di bollette da parte di Girgenti Acque, con l'applicazione delle nuove tariffe (aumento del 130% per i residenti e del 230% per i non residenti), il costo dell'acqua è aumentato indiscriminatamente e, ancora una volta, i cittadini sono costretti, con la grave crisi, a subire tali ingiustificati rincari che colpiscono, soprattutto, le famiglie più povere e bisognose" dice l'Ing. Domenico Triveri, che propone al Comitato, in concerto con l'Amministrazione, di "inoltrare un reclamo collettivo, non limitato solo alle bollette che presentano errori, anomalie ma esteso ai rincari ingiustificati, rappresentando che nessun cittadino sambucese ha sottoscritto un contratto con la Girgenti Acque».
«Bisogna seguire l'esempio di Naro. Denuncia alla Procura, rivolgersi all'antitrust e aggiungo fare una class action», evidenzia l'ex consigliere Francesco Zinna. «L'amministrazione si insedierà oggi 25, ma vista la pacifica sommossa di queste ore , essa avrà come priorità quella di intervenire per ovviare ai disservizi causati dalla negligenza della Girgenti Acque», chiarisce Sario Arbisi, papabile presidente del Consiglio.
Intanto la Girgenti Acque, sulla questione delle bollette esose, replica per voce di Rita Baia: «Siamo disponibili a svolgere delle verifiche sulle bollette ritenute esose, correggere le eventuali anomalie e fornire agli utenti ogni possibile spiegazione sulla lettura della bolletta. Ed a tal proposito giovedì 27 e venerdì 28, sarà aperto uno sportello nei locali del Comune». L’obiettivo è quello di stare dalla parte degli utenti e fornire tutte quelle informazioni che la gente rivendica per conoscere il metodo seguito per la quaryificazione degli importi ed in recapito delle bollettazioni. (*FGR*)

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