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Ato, milioni di euro fermi in banca Per i netturbini 4 mesi di arretrati

AGRIGENTO. «Ma quanto tempo occorre alla Regione per rendere disponibili i soldi annunciati, promessi e assicurati per i Piani di rientro dei Comuni di Gesa che li hanno sottoscritti?». Se lo chiedono tutti, gli imprenditori del settore rifiuti che lamentano una stretta creditizi asenza precedenti, gli operatori ecologici, i sindaci, i sindacati e tutti i soggetti interessati dall’arrivo dei fondi. I soldi, arriveranno direttamente nelle casse dei Comuni e ogni giorno, si dice «nelle prossime ore». Solo che di ore ne sono trascorse un’infinità e di soldi e dunque di stipendi e di pagamento di debiti, neanche l’ombra, con buona pace della trasparenza e dei tempi della burocrazia degna del Paleolitico. In tutto questo, per dirne una, gli operatori ecologici di Gesa sono in attesa dello stipendio di ottobre, novembre e dicembre 2012 che saranno pagati con i fondi dei Piani di rientro mentre per quelli di Agrigento, è in sospeso anche quello di aprile per il quale si aspetta che sia il comune a versare le somme alle ditte. Intanto la Regione, ha dato via libera alle gare d’appalto dei Comuni per l’assegnazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Con una direttiva di 8 pagine l’assessore Nicolò Marino ha dettato le procedure che superano definitivamente la gestione degli Ato e di questo parlerà prorobabilmente, già la fine di questa settimana con tutti i commissari liquidatori degli Ambiti territoriali ottimali compresi quelli dei tre Ato agrigentini. E si tornerà a parlare delle mai decollate Srr, enti di dimensioni più o meno provinciali che la politica ha bocciato almeno fino ad ora e che dovrebbero succedere agli Ato mangiasoldi creati dai passati governi regionali, gestendo il servizio e i relativi appalti per tutte le città e i paesi del territorio. In base alle regole dettate la scorsa settimana da Marino, i Comuni, in autonomia, potranno esternalizzare il servizio a terzi attraverso procedure di evidenza pubblica oppure creare società miste in cui la selezione del socio privato avvenga mediante gara con la formula del doppio oggetto. La terza chance offerta ai sindaci è quella della gestione «in house» cioè attraverso una società interamente partecipata.L’appalto dovrà prevedere il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto. E può essere assegnato da un solo Comune o da più Comuni che si consorziano. E su questo aspetto molti sindaci di Gesa stanno discutendo per capire cosa è meglio fare pr il proprio territorio facendo i conti con le rispettive risorse finanziarie e con i debiti in atto. Il primo cittadino di Agrigento Marco Zambuto, ad esempio, incontrerà tra qualche giorno propri dirigenti per capire come muoversi. Ma in attesa di capire cosa fare, i Comuni possono ugualmente dar vita agli Aro, Ambito di raccolta ottimale che devono avere un bacino di almeno 5 mila abitanti e possono comprendere un solo Comune o più di uno.

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