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Scala dei Turchi, sì alla demolizione: Tar respinge nuovo ricorso

REALMONTE. Mentre i lavori di cantieramento proseguono molto a rilento, il Tar Sicilia di Palermo torna a ribadire l'ennesimo sì alla demolizione dell'ecomostro accanto alla Scala dei Turchi.
I giudici amministrativi hanno infatti respinto la nuova richiesta di sospensiva cautelare - avanzata dalla Scatur srl di Gina Fretto, proprietaria dell'immobile - degli effetti dell'ordinanza di demolizione emessa dal sindaco di Realmonte Piero Puccio che torna a dire ai proprietari: "Fate in fretta a completare i lavori di demolizione, ormai il destino dell'immobile è segnato". Nel frattempo si attende l'ulteriore decisione del Tar nel merito del ricorso, entro quindi giorni sarà emessa quella che tecnicamente viene chiamata la "sentenza breve".
Il cantiere per la demolizione dello scheletro di cemento in riva al mare però è aperto e deve essere chiuso come da cronoprogramma entro il 6 giugno prossimo. Già per quel giorno l'ecomostro dovrà essere buttato a terra e lo stato dei luoghi ripristinato nel rispetto delle norme sulla tutela dell'ambiente. Può anche capitare che il Tar dia ragione alla Scatur nel merito quando l'ecomostro sarà già stato demolito. "Ma cambia poco, in qualsiasi ipotesi l'immobile dovrà per diverse ragioni essere abbattuto, al massimo potrà sorgere un nuovo contenzioso su eventuali indennizzi o risarcimenti", dice l'avvocato Rino Lo Giudice che difende il Comune di Realmonte e tiene a sottolineare: "Tutti i provvedimenti emessi dal sindaco sono ancora validi, quindi si dovrà proseguire con la demolizione". "Dopo aver rinunciato davanti al Tar alla prima sospensiva cautelare dell'ordinanza di demolizione, i proprietari hanno anche chiesto al Comune la sospensione dei lavori dopo l'apertura del cantiere, ma l'Utc non ha risposto", spiega il sindaco che ha già "sollecitato l' accelerazione dei lavori". Intanto, tardano ad arrivare le ruspe anche per quanto riguarda gli ecomostri sulla spiaggia di Lido Rossello, mentre si va avanti ancora a via di carte bollate. I proprietari che devono demolire gli scheletri sembra vogliano prendere altro tempo. Infatti, se da un lato presentano all'Utc il progetto demolizione e ora addirittura anche il cronoprogramma dei lavori (ma senza indicare le date) dall'altro ricorrono al Cga per chiedere di annullare la sentenza con cui il Tar aveva respinto il loro ricorso contro l'ordinanza di demolizione emessa dal Comune su ingiunzione della Procura della Repubblica di Agrigento.

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