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Trenta malati di tumore scrivono all’Asp di Agrigento: «Fare la chemio è una vera odissea»

La protesta: «La mezza giornata in day hospital è fatta di lunghe e interminabili attese, anche per un semplice prelievo»

AGRIGENTO. Quanti disagi ci fate sopportare ! Come se la chemio e la malattia in sé non bastassero». È durissima e senza appello la lettera che trenta malati oncologici hanno consegnato al dirigente dell'azienda ospedaliera di Agrigento. Certamente avrebbe meritato immediata risposta. L'hanno firmata in trenta due mesi fa. «Aspetto ancora di essere ricevuto dal nostro commissario dell'Asp Salvatore Messina per discutere dei nostri problemi», dice con molta amarezza il professore Domenico Alaimo, uno dei firmatari.
Cosa chiedono questi degenti? Molto poco in realtà, ma per loro sarebbe tanto: almeno un infermiere in più così da accorciare i tempi della loro lunga e snervante attesa per la chemio.
Nel cassetto dove di possono depositare i reclami qualcuno ha lasciato un foglio con una garbata richiesta: «Viste le lunghe attese, sarebbe gradito un Wc». Gia perché non c'è nella sala di attesa un bagno e bisogna citofonare e attendere che qualcuno ti risponda dalla stanza dell'accettazione del reparto per potere avere anche questo diritto. Qualche volta si sono rivolti anche al Tribunale del Malato. «Occorrerebbe maggiore attenzione verso questi degenti. Le loro proteste sono sacrosante», conferma il dirigente del Tribunale del Malato, Giuseppe Roccaro.
Questa la lettera che i malati di cancro hanno consegnato al direttore dell'Asp: «Noi sottoscritti, malati oncologi in cura chemioterapia presso questo ospedale S. Giovanni di Dio, con la presente esprimiamo con forza e determinazione il malessere e i disagi che giornalmente siamo costretti a subire, assieme ai familiari che ci accompagnano, quando facciamo chemio in day hospital, come se la malattia in se per se non bastasse! La mezza giornata in day hospital dell'ammalato di cancro è caratterizzata solo dalle lunghe e interminabili attese che si protraggono anche per ore o per un semplice prelievo o per un controllo infermieristico o per la terapia vera e propria. E i disagi non sono solo per gli ammalati, ma anche per chi li accompagna : le famiglie. Tutto questo, ci siamo accorti, è dovuto alla esiguità del personale infermieristico: una caposala e due infermieri che debbono far fronte a tutto, ma non ci riescono per l'alto numero di ammalati, e non parliamo quando qualcuno di questi è costretto ad assentarsi : attese , attese, attese, come se gli ammalati agrigentini di cancro non avessero nulla da fare che attendere ...
Egregio Direttore Generale, le chiediamo vivamente di attenzionare la problematica suesposta intervenendo sollecitamente in maniera tale da alleviare le sofferenze e rendere più dignitosa la vita di chi ammalato è».
I malati di tumore aumentano di mese in mese ad Agrigento. Ce lo confermano anche i sanitari. Il day ospital da tempo dovrebbe trasformarsi in qualcosa di meglio, garantendo servizi anche notturni. Ma è una promessa ancora tutta da realizzare. Attualmente è aperto dal lunedì al venerdì dalle otto alle quattordici e nei pomeriggi di martedì e giovedì. Quattro sono i medici ed il reparto è diretto dal dottor Alfredo Butera. Chi avesse bisogno di cure nei pomeriggi in cui il reparto è chiuso o anche il sabato e nei giorni festivi trova non poche difficoltà. Ieri non è stato possibile sentire il direttore dell’Asp, Salvatore Messina, per una replica.

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