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Palma di Montechiaro: «Ha incitato il figlio, deve essere giudicata colpevole», chiesti 15 anni

PALMA DI MONTECHIARO. «Ucciso in un agguato per poche centinaia di euro. Non è stato solo il ragazzino che sta scontando la condanna a dieci anni; anche la madre pur non sparando ha incitato il figlio a farlo». Il pubblico ministero Matteo Delpini non crede alla versione difensiva di Giuseppina Ribisi, definita “inverosimile e spregiudicata”, e chiede la condanna a 15 anni di reclusione per l’accusa di concorso in omicidio.

La vittima, il commerciante d’auto palmese Damiano Caravotta, sarebbe stato ucciso l’11 maggio del 2011 per un contrasto di natura familiare. Giuseppina Ribisi si sarebbe sentita discriminata rispetto al cognato perché i suoceri lo avrebbero sostenuto maggiormente dal punto di vista finanziario nonostante il momento di difficoltà dovuto al fatto che il marito, fratello di Damiano, si trovasse in carcere. Il figlio sedicenne e la madre quarantenne avrebbero teso un “agguato” a Damiano Caravotta che era andato a trovare i genitori che abitavano di fronte a Giuseppina Ribisi. “La madre – ha raccontato il pm durante la requisitoria – ha colpito il cognato con una mazza da baseball e lo ha trattenuto suggerendo al figlio di sparare con la pistola. La testimonianza della moglie della vittima è perfettamente credibile”. Il pm ha aggiunto che “non è stato un omicidio premeditato, madre e figlio hanno pensato all’ultimo momento di ucciderlo”. Dopo la requisitoria c’è stata l’arringa del difensore, l’avvocato Giovanni Castronovo, che ha sostenuto una tesi opposta. “Questo è un processo indiziario - ha detto - frutto anche di alcune lacune investigative. La moglie della vittima, ritenuta dalla Procura una teste chiave, in realtà nei primi istanti racconta ai poliziotti una versione ben diversa e dice persino che la Ribisi stava fuggendo per le scale. Come fa una donna di 160 cm - si chiede il legale - a trattenere un uomo di 190 cm? Il medico legale smentisce questa ricostruzione”. La Corte di assise presieduta da Luisa Turco (a latere Francesco Paolo Pizzo) ha rinviato il processo a martedì. Dopo le eventuali repliche ci sarà la sentenza.

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