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Ritorna la bellezza alla Scala dei Turchi: il 6 maggio verrà demolito un ecomostro

Lo rende noto una comunicazione della Scatur al Comune. Sarà abbattuto l’albergo sulla Scala dei Turchi

REALMONTE. Da ieri c’è anche la data: il 6 maggio inizierà la demolizione di uno dei due «ecomostri» della Scala dei Turchi. Quello scheletro di due elevazioni ai piedi della suggestiva scogliera frequentata dai turisti di tutto il mondo sarà raso al suolo dalla stessa ditta che l’ha costruito. Una breve nota ufficiale inviata dal legale rappresentante della «Scatur» al Comune mette la parola fine a una vicenda simbolo del degrado paesaggistico della provincia. Il sito sarà risanato dopo l’iniziativa del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e del pm Antonella Pandolfi che avevano intimato al sindaco Piero Puccio a «provvedere senza ritardo» avvertendo che «in difetto potrebbero configurarsi ipotesi di responsabilità per abuso di ufficio e omissione di atti di ufficio». I lavori saranno ultimati entro trenta giorni. La ditta provvederà anche alla rimozione dei materiali. L’intricata vicenda inizia nel 1989. Il Comune di Realmonte rilascia una concessione edilizia alla ditta Scatur per costruire una struttura ricettiva. La licenza si inseriva nell’ambito del piano di lottizzazione varato sei anni prima. L’anno successivo un sopralluogo dei tecnici dell'Utc fa emergere delle difformità rispetto al progetto autorizzato. E così scatta la segnalazione alla Procura e alle autorità amministrative. Nel 1992 viene disposto l’annullamento sia del piano di lottizzazione che della concessione e, come logica conseguenza, il sindaco ordina alla ditta di demolire lo scheletro e ripristinare i luoghi allo stato originario. Ne nasce una complicata vertenza amministrativa fra giudizi cautelari e di merito che rende vano il provvedimento. Nel 2005 l’ordinanza di demolizione viene annullata. A quel punto la ditta ha chiesto la concessione edilizia ma il Comune non l’ha rilasciata. La decisione dell’ente è stata confermata dalla giustizia amministrativa da oltre un anno. Lo scheletro (noto a tutti come «l’ecomostro della Scala dei Turchi») non ha alcuna concessione edilizia e va quindi demolito. Le ruspe arrivano dopo due ordinanze dirigenziali del Comune che però non avevano avuto alcun effetto concreto prima del nuovo impulso della Procura che aveva convocato e interrogato il sindaco Piero Puccio, il dirigente dell’Utc e altri responsabili del procedimento. Oltre all’albergo mai costruito c’è un altro cantiere incompiuto poco distante dalla Scala dei Turchi. Si tratta di un complesso di villette abusive, nei pressi della spiaggia di Lido Rossello, che sono finite al centro di un’inchiesta giudiziaria degli anni Novanta. Anche su questo «ecomostro» è stato attivato un percorso analogo.

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