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La morte della colombiana Cindy Arroyo: ore contate per catturare il terzo uomo

I carabinieri sanno già da tempo di chi si tratta. Il suo nome è uscito fuori nelle intercettazioni

AGRIGENTO. Potrebbe avere le ore contate il terzo uomo - un ventiduenne marocchino - che il 18 ottobre scorso, nella casa di salita Damareta, ad Agrigento, partecipò alla rapina, a mano armata, che costò, quale tragica conseguenza, la vita alla prostituta colombiana Cindy Vanessa Arroyo Candelo. I carabinieri della compagnia di Agrigento, coordinati dal capitano Giuseppe Asti, sanno già da tempo di chi si tratta. Anche il suo nome sarebbe saltato fuori dalle intercettazioni alle quali era stato sottoposto il sospettato Soufiane Mauzahir, 22 anni, marocchino, sottoposto a fermo emesso dalla Procura nella tarda mattinata di sabato. Il terzo uomo è, però, al momento, ancora irreperibile. Ma i militari dell'Arma hanno intensificato le ricerche e potrebbe pertanto essere, ormai, una questione di ore.
Soufiane Mauzahir è stato sottoposto a fermo perché ritenuto, da investigatori ed inquirenti, "responsabile, morale e materiale, di reato in concorso con altri, di violazione di domicilio, porto abusivo di armi, rapina e conseguente decesso di Cindy Vanessa Arroyo Candelo".
Era la tarda serata del 18 ottobre scorso quando i tre immigrati, fingendosi clienti, riuscivano ad entrare nell'abitazione degradata che Cindy Vanessa condivideva con altre due giovani donne. Estratto il coltello, i tre extracomunitari tentavano e consumavano la rapina. La prostituta colombiana - secondo l'ipotesi formulata dal sostituto procuratore Antonella Pandolfi, titolare del fascicolo di inchiesta - sarebbe caduta dalla finestra del cucinino, da un'altezza di circa sette metri, nel tentativo di sottrarsi alla rapina, in particolare sarebbe precipitata mentre chiedeva aiuto alle altre ragazze nordafricane del quartiere.
Nelle ore immediatamente successive al rinvenimento del cadavere della giovane, era stato ipotizzato che la prostituta potesse essere stata spinta di sotto. Gli accertamenti successivi e la raccolta delle testimonianze delle coinquiline ha permesso, invece, di chiarire che si trattò di una fatalità, comunque dipesa dalla rapina ad opera dei tre immigrati. Qualche giorno dopo la rapina, sfociata in tragedia, venne arrestato l'algerino Mohamed Juda, 21 anni, ritenuto responsabile - e per questo a processo immediato - delle ipotesi di reato di rapina, violazione di domicilio e porto abusivo di coltello. Sabato, invece, il fermo del marocchino ventiduenne che oggi, difeso dall'avvocato Serena Gramaglia, comparirà davanti al Gip. Ma la stretta finale, per acciuffare il terzo uomo, sta per arrivare.

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