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Precari, Provincia, Comune e Forestali Scoppia l’emergenza occupazionale

Momenti di tensione a Palazzo dei Giganti per la protesta degli operai dei bagni pubblici licenziati due anni fa

AGRIGENTO. Mentre l'intera regione viene scossa da una lunga serie di manifestazioni, è dramma occupazione nell'Agrigentino, e ben tre sono i fronti aperti. Si tratta degli oltre 250 precari dipendenti di Comune e Provincia regionale, delle migliaia di lavoratori Forestali e dei cinque ex addetti ai bagni pubblici del capoluogo. Riguardo a questi ultimi, sono trascorsi più di due anni da quando hanno perso il lavoro: l'appalto scaduto a dicembre 2010 non è mai stato rinnovato. Nei giorni scorsi hanno, quindi, avviato, dei momenti di protesta in cui hanno dichiarato di avere ottenuto solo false promesse, manifestando la disperazione con la minaccia di darsi addirittura alle fiamme. Giovedì sera il sindaco Marco Zambuto ha offerto loro la possibilità di mettere qualche "toppa" alle esigenze finanziarie grazie alla concessione di 400 euro da destinare al pagamento delle bollette: ma in due anni i debiti e le bollette di luce ed acqua sono ben più alti. «Rivendichiamo l'importante ruolo svolto nel mantenere attivi e puliti i servizi igienici pubblici - ha detto Calogero Sanzo durante la protesta al Comune di Agrigento condotta assieme ai colleghi Calogero Patti, Nino Infantino, Paolo De Logu ed Alfredo Desiri -: nel marzo 2012 si sarebbe dovuta fare una gara d'appalto non appena reperite le risorse in bilancio, con la garanzia di inserire la clausola di salvaguardia che impone alla ditta appaltante l'obbligo di riassumere gli operai. Ma nulla è stato fatto. Alcuni di noi hanno anche delle situazioni problematiche, con ragazzi portatori di handicap o bisognosi di regimi alimentari particolari. Come si fa senza lavoro? Chiediamo si trovi una soluzione per noi, ce lo meritiamo dopo circa 20 anni in cui abbiamo custodito e pulito i bagni: erano sempre aperti e soprattutto decorosi. Adesso Agrigento non può più offrire nemmeno questo servizio».
Continua anche la protesta dei precari in forze alla Provincia regionale che nella mattinata di ieri, dopo la manifestazione dello scorso 10 aprile a Palermo, pareva avessero dato luogo all'occupazione della sede dell'ente. Tutto si è poi risolto, traducendosi in un'assemblea in cui si è discusso dei percorsi e degli strumenti utili all'ottenimento della stabilizzazione che giungerebbe dopo almeno 25 anni di incertezze. Sempre ieri mattina, protesta dei lavoratori forestali stagionali davanti alla Prefettura di Agrigento cui si sono affiancati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil. La situazione che vede in atto un ritardo nell'avviamento al lavoro di queste unità (i primi lavoratori stagionali, soprattutto quelli che prestano servizio per 151 giornate, già sarebbero dovuti entrare in servizio), pare possa risolversi già dalla settimana prossima.
Al Comune di Agrigento è stato decurtato da 36 a 27 il monte ore dei circa 120 lavoratori a tempo determinato che in particolar modo si occupano di pratiche dell'Utc, della custodia e gestione del parcheggio pluripiano e in forze alla polizia municipale, mentre sono state portate a 24 le ore settimanali di quei contrattisti che ne avevano 18: il risparmio è di circa 900 mila euro per l'ente, ma bisognerà attendere per sapere come reagirà chi adesso di certezze lavorative ne ha ancora meno.

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