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Casteltermini, la scelta di Vincenza: a 25 anni diventa suora di clausura

Era una studentessa universitaria di Fisica, con l’aiuto della Gioventù Francescana ha scoperto la «chiamata»

CASTELTERMINI. I germogli spuntano dovunque. Anche sui tronchi degli alberi più aridi. La Bibbia lo dice con chiarezza: «Nulla è impossibile a Dio». E lo testimoniano anche le vocazioni che crescono dovunque, anche nella provincia di Agrigento che si appresta a celebrare i vent’anni della visita di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi e l’anatema contro la mafia e la cultura mafiosa. Che è più insidiosa dei clan. Lei si chiama Vincenza Belli, 25 anni, Vivì per gli amici. Studiava Fisica all’Università, dopo aver frequentato il liceo scientifico. Una vita scandita dalla normalità, un’esistenza piena di rumori e abbagli, in un paese dell’entroterra che si chiama Casteltermini. Le è bastato fermarsi un attimo ed ascoltare la voce del suo cuore, aiutata dal Gi.Fra, la Gioventù Francescana. Da stamattina si chiamerà suor Chiara Aurora di Maria Madre del Verbo Incarnato, ed emetterà la professione semplice. Una festa nella festa, nel giorno che ricorda la Beata Vergine Maria di Lourdes. L’appuntamento è alle 11, presso il Monastero delle Sorelle Povere di Santa Chiara a Castelbuono. Dal suo paese all’alba partiranno due autobus pieno di amici e parenti. Ed i parroci del paese. La celebrazione sarà presieduta dal ministro provinciale dell'Ordine dei Frati Minori di Sicilia, Frà Giuseppe Noto. Suor Chiara Aurora è entrata nel monastero nel novembre del 2009. Dopo un anno di postulato, nel novembre del 2010, ha vestito l'abito religioso ed ha iniziato il periodo di noviziato della durata di 2 anni che le ha permesso di poter discernere la sua chiamata alla vita claustrale. Nella lettera che Suor Chiara Aurora ha inviato alla comunità castelterminese ha posto l'attenzione sulla sua particolare scelta di consacrazione: «La vita di clausura è semplice che si nutre solo di Dio, è una vita ”sprecata”, non nel senso mondano, ma nel senso evangelico. È una vita nascosta in Cristo, un continuo rendimento di grazie, una perenne Eucaristia, in cui ciascuna sorella si fa voce nella Chiesa di ogni uomo». Vivì sarà accompagnata dalle consorelle, e durante la solenne celebrazione (prima della consacrazione eucaristica) davanti all’altare, metterà le sue mani in quelle di suor Maria Francesca, la madre superiora anch’essa agrigentina (di Bivona). Ed innanzi alla comunità ed al sacerdote professerà l’ubbidienza alla regola: povertà, castità in clausura per scoprire la spiritualità delle «Sorelle Povere». Aveva, invece, un passato da ragioniera, Giovanna Sciortino una giovane di Siculiana. Da qualche giorno è postulante presso il convento di clausura delle suore Benedettine Cistercensi del monastero di S. Spirito di Agrigento. Era alla ricerca di dare senso alla sua vita ed ha accolto l’invito di fare una riflessione spirituale. Le monache periodicamente consentono alle giovani vocazioni di stare per un certo periodo con loro. E Giovanna per alcune settimana è stata fedele alla regola, ha conosciuto la vita monastica. Poi tornata al suo paese ed al suo lavoro. Fino alla svolta ed all’ingresso in convento. «Per noi - dice la superiora, suor Faustina - è una benedizione. Un segno che Dio non si dimentica mai di noi». Negli ultimi mesi altre quattro ragazze sono entrare nei conventi di clausura, tutte provenienti da esperienze del cammino neocatecumenale. Una è in Perù, l’altra in Danimarca. Le altre due in un monastero vicino Macerata. Tutte in cammino in nome della Vita.

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