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Favara, Racalmuto e Realmonte: raffica di auto incendiate

Roghi per lo più dolosi nella notte tra sabato e domenica. Danneggiate le vetture di una studentessa, un operaio, un'insegnante e un imprenditore

FAVARA. Notte di fuoco, quella tra sabato e domenica, nell’Agrigentino. Le fiamme, in incendi che secondo gli inquirenti sono per la maggior parte dolosi, hanno distrutto auto e camion.
A Favara di roghi se ne sono registrati due. In piazza Giarrittella un incendio ha distrutto la Bmw di proprietà di un imprenditore di 44 anni. Le fiamme si sono sviluppate intorno alla mezzanotte e sul posto sono arrivati i carabinieri ed i vigili del fuoco giunti dalla vicina Villaseta. Accanto all’auto non sono state trovate tracce di liquido infiammabile, ma gli inquirenti battono la pista del dolo. Il secondo incendio, sempre a Favara, si è registrato intorno all’una del mattino in via Beethoven. Anche in questo caso le fiamme hanno distrutto un’auto di grossa cilindrata che appartiene ad un quarantenne del luogo. Dell’auto non si è salvato quasi niente. Anche stavolta nessuna traccia di liquido infiammabile.

A Realmonte, in via Riina, le fiamme hanno danneggiato una Fiat Punto in uso ad un’insegnante di 37 anni. I vigili del fuoco di Agrigento hanno lavorato dalle 22.56 alle 23.41 per avere ragione delle fiamme. Ad indagare sono i carabinieri della stazione cittadina, i quali privilegiano la pista del dolo.

A Ralcamuto fuoco a due auto: la Fiat 600 di una studentessa di 20 anni e l’Opel Agila di un operaio della stessa età. Le utilitarie erano parcheggiate una accanto all’altro, quindi i carabinieri stanno cercando di scoprire da quale è partito l’incendio. I vigili del fuoco del distaccamento di Canicattì hanno lavorato dall’1.30 alle 3 per avere ragione delle fiamme. Anche stavolta nessuna traccia di liquido infiammabile. Le cause, per gli investigatori, sono da accertare. Ma sempre a Racalmuto altri due mezzi erano stati distrutti da un incendio la notte precedente. Si tratta di un’auto e di un furgone in disuso, che appartengono ad un pensionato di 80 anni. Nessun dubbio sulla natura dolosa.

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