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Museo del Mare di Sciacca, al via il restauro dei cannoni in ferro

Gruppi Archeologici subacquei e Lega Navale hanno denunciato il furto di una macina che era stata recuperata

SCIACCA. Lega Navale e Gruppi Archeologici d'Italia hanno realizzato, con la "benedizione" della Soprintendenza del Mare, il primo gabinetto di restauro di metalli ferrosi d'Italia. Con l'intervento di Giovanni Calandrino, della Soprintendenza del Mare, si stanno restaurando i due cannoni in ferro recuperati nell'ultima campagna di scavi, quella di agosto 2012, nel sito di Coda della Volpe. Questi cannoni rimarranno nella struttura di contrada Muciare assieme agli altri recuperati in precedenza nello stesso sito che adesso si trovano nel palazzo municipale.

I primi interventi nel sito di Coda della Volpe risalgono al 1994 quando i sub, guidati da Lillo Santangelo, hanno recuperato parte dell'armamento che apparteneva a una nave genovese che, nel 1570, si è inabissata nelle acque di Sciacca. Complessivamente, nel Museo del Mare, la cui apertura è prevista già nella prossima primavera, potranno essere ospitati undici cannoni, cinque in ferro e sei in bronzo, e una serie di suppellettili della nave, compresa gran parte della zavorra ancora in fase di recupero.

"A breve - dice Gaspare Falautano, presidente della Lega Navale - si attende l'espletamento, da parte del Comune, della gara d'appalto per la sistemazione della strada e per la realizzazione di una barriera antierosione, opere finanziate, con 170 mila euro, dal ministero dell'Economia". "Con il Museo del Mare - aggiunge Lillo Santangelo, a capo della locale sezione dei Gruppi Archeologici Subacquei - si aprono grandi prospettive e soprattutto la possibilità di rendere fruibile quell'immenso patrimonio del quale disponiamo". Lillo Santangelo e il suo gruppo, intanto, rappresentano ormai un punto di riferimento a livello regionale per la Soprintendenza del Mare che li incarica di effettuare recuperi anche in altre zone della Sicilia. "Un grande onore per noi - dice Santangelo - ma anche un riconoscimento a un'attività che portiamo avanti ormai da oltre un ventennio e che attualmente impegna tanti giovani". Nel sito di Coda della Volpe i sub torneranno a breve per recuperare altri reperti. Intanto, dalla zona di Muciare è improvvisamente scomparsa una macina che era stata recuperata. Pesa un centinaio di chili e non è escluso che sia appartenuta alla nave che si è inabissata nelle acque di Coda della Volpe. Falautano e Santangelo presenteranno denuncia alle forze dell'ordine affinchè vengano subito avviate le indagini.

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