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Sentenza Domino, sei ergastoli: rinvio in appello per gli Agrò

Sarà adesso una nuova sezione di secondo grado a giudicare i due commercianti

AGRIGENTO. Sei ergastoli definitivi e tre condanne a pene inferiori. Un'altra pagina della guerra di mafia che ha insanguinato le strade dell'Agrigentino negli anni Novanta ha la sua verità giudiziaria. È stata scritta dalle sezioni unite della Corte di Cassazione che hanno messo il sigillo sull'inchiesta Domino. Ci sarà, però, un altro processo. I giudici ermellini hanno annullato, con rinvio alla Corte di appello di Palermo, la condanna all'ergastolo che era stata inflitta ai fratelli racalmutesi Diego e Ignazio Agrò. La Corte ha accolto il ricorso dei difensori, gli avvocati Salvatore Pennica, Antonino Mormino, Teo Calderone e Franco Coppi.

Sarà adesso una nuova sezione della Corte di appello di Palermo a giudicarli. Diego e Ignazio Agrò, 67 e 75 anni, erano stati condannati all'ergastolo in due gradi di giudizio per l'omicidio di Mariano Mancuso, ucciso nel settembre del 1992 ad Aragona. Quindici anni dopo i due fratelli erano stati arrestati con l'accusa di essere i mandanti del delitto. La vittima, un commerciante di Milena, aveva denunciato i racalmutesi che gli avrebbero prestato del denaro con interessi usurai. Gli Agrò, secondo la versione della Dda, avrebbero quindi chiesto e ottenuto il suo omicidio a Salvatore Fragapane per dare una "lezione" alle altre vittime. Secondo i giudici, la loro attività principale sarebbe stata proprio l'usura. La Dda ritiene che il vasto giro di "strozzinaggio" sarebbe stato garantito dai vertici di Cosa Nostra degli anni Novanta. Salvatore Fragapane li avrebbe sostenuti nelle loro attività. In cambio avrebbe investito delle somme di denaro tramite gli Agrò.

Ad accusare i fratelli racalmutesi sono stati i pentiti Ignazio Gagliardo, Maurizio Di Gati e Beniamino Di Gati. L'intero impianto accusatorio, che ha retto fino al secondo grado di giudizio, è stato rimesso in discussione. Ci sarà un nuovo processo di appello anche per il racalmutese Diego Salvatore Pitruzzella di Racalmuto. La condanna a sedici anni per il tentato omicidio del rivale stiddaro Antonino Caravasso sarà discussa in appello per valutare se concedere le attenuanti generiche: in sostanza la pena potrà essere soltanto diminuita o confermata ma non annullata come nel caso degli Agrò dove tutto è in discussione e i giudici dovranno rivedere interamente il caso.

L'inchiesta, sfociata con il blitz nel luglio del 2007, fece luce su dieci omicidi di mafia e tre agguati falliti avvenuti negli anni Novanta fra Racalmuto, Grotte e Aragona. Il verdetto è stato invece confermato per gli altri imputati del troncone ordinario: ergastolo per Salvatore Fragapane di Santa Elisabetta, Giovanni Aquilina di Grotte, Calogero Castronovo di Agrigento, Nicolò Cino di Racalmuto, Giuseppe Fanara di Santa Elisabetta e Giuseppe Sferrazza di Racalmuto. Definitive anche le condanne di Gerlandino Messina (14 anni) e Gioacchino Emmanuele (2 anni e 6 mesi).

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