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Perde il lavoro, giovane si suicida

Aveva 33 anni, era padre di un bambino di poco più di due anni. A nessuno aveva confidato la notizia del licenziamento

AGRIGENTO. Viene licenziato dall'azienda, la Girgenti Acque, dove lavorava. Per circa tre settimane, tiene dentro di se il segreto. Non si confida con la moglie, né con i familiari. Con tutti loro, per tre, lunghissime, settimane anzi finge di andare quotidianamente al lavoro. Lo scoramento, la consapevolezza che non sarebbe stato facile trovare - in tempo di crisi quale quello attuale - un altro lavoro, forse anche la paura di deludere i propri cari prende all'improvviso il sopravvento e si impicca in un appezzamento di terreno, in contrada Scavuzzo a Realmonte. Aveva 33 anni, il giovane - padre di un bambino di poco più di due anni - che ha deciso di farla finita in questo terribile modo. Realmonte, ieri mattina, quando la notizia s'è diffusa, s'è risvegliata incredula, sotto choc. Tutti, o quasi, conoscevano il trentatreenne, il fratello, i loro genitori. Tutte persone perbene. Tutte onesti lavoratori. «Lo conoscevo da sempre, l'ho praticamente cresciuto - ha detto ieri pomeriggio il sindaco di Realmonte Piero Puccio - . Era un ragazzo bravissimo, un bonaccione, una persona allegra e simpatica. Nessuno poteva immaginare il tormento che stava vivendo, nessuno. Oggi (ieri ndr.) per me e per la nostra comunità è una bruttissima giornata». Il trentatreenne - secondo quanto è stato accertato dai carabinieri della stazione cittadina che si stanno occupando delle indagini - era uscito da casa alle 14 circa di lunedì. In serata, non vedendolo tornare a casa, la moglie avrebbe cominciato a chiamarlo al cellulare. Ma niente da fare. La giovane donna avrebbe provato e riprovato fino a quando - cominciando ad aver paura - ad un certo punto, ha chiesto aiuto ai propri familiari prima. Poi, pare che qualcuno abbia chiesto aiuto anche ai carabinieri. Il trentatreenne è stato ritrovato impiccato in un appezzamento di terreno di contrada Scavuzzo, alla periferia di Realmonte. Una scoperta terribile. All'inizio, perfino, inspiegabile. Soltanto gli accertamenti dei carabinieri avrebbero poi chiarito il mistero: il trentatreenne era stato licenziato, tre settimane prima, dalla Girgenti Acque dove lavorava con la mansione di operaio specializzato. «Siamo tutti sconvolti - ha concluso il sindaco Piero Puccio - . Sconvolti per la fine di un bravo ed eccezionale ragazzo e preoccupati per il futuro della giovane moglie e del bambino».

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