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«Tasse in aumento», in piazza gli indignati di Favara

Si definiscono "quelli della pentola e del cucchiaio", ieri mattina hanno manifestato contro i recenti atti amministrativi con cui si sono innalzate le aliquote dei tributi locali

FAVARA. Si definiscono "quelli della pentola e del cucchiaio" e sono gli "indignati" di Favara scesi ieri mattina in piazza per contestare i recenti atti amministrativi con cui si sono innalzate le aliquote dei tributi locali a danno di una comunità già spremuta da tutta una serie di imposte e tasse decise dal governo di Roma.
«Favara non è Agrigento, ha il triplo delle abitazioni e la metà di abitanti - ha detto uno degli organizzatori, l'insegnante Salvatore Sorce -. Va da sé che i cittadini pagheranno molto "salato" l'aumento Imu rispetto agli agrigentini e tutto questo per mantenere, inutilmente, una macchina amministrativa gravemente malata, traboccante di precari e al collasso finanziario. Presto o tardi, che piaccia o no, si dovranno operare dei tagli. Per cui, a fronte di una economia cittadina moribonda e senza futuro, occorre urgentemente compiere una scelta: dissesto per le famiglie e l'economia locale o dissesto per il Comune?». Qualcuno si è chiesto con quale coraggio alcuni consiglieri comunali abbiano deliberato l'aumento di tasse e imposte senza prima diminuire il gettone di presenza a loro spettante come segno di solidarietà sociale. In diversi hanno preso la parola, tutti per criticare un andazzo che sta impoverendo le famiglie avendo come corrispettivo servizi inefficienti e, a volte, inesistenti.
Il comitato organizzatore è entrato nei dettagli nei nuovi incrementi decisi dal Comune dimostrando che i cittadini saranno chiamati a sopportare costi assolutamente non in linea con i loro redditi.

U.R.

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