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Cattolica Eraclea: il campanile dovrà essere demolito

Venne danneggiato dal maltempo assieme alla Chiesa. Un Comitato per la tutela si era rivolto pure al Papa Benedetto XVI

CATTOLICA ERACLEA. Dovrà essere abbattuto entro quarantacinque giorni, per ragioni di sicurezza e tutela dell'incolumità pubblica e privata, il campanile della chiesa Madre. È quanto prevede un'ordinanza di demolizione emessa dal sindaco di Cattolica Eraclea, Nicolò Termine, dopo le sollecitazioni della Procura della Repubblica di Agrigento diretta dal procuratore capo Renato Di Natale. I lavori dovranno essere eseguiti dalla Curia Arcivescovile agrigentina, proprietaria del monumento, che tra l'altro aveva già previsto l'abbattimento in un proprio progetto. In caso di inottemperanza dell'ordinanza entro il termine stabilito provvederà l'amministrazione comunale cattolicese rimettendo eventualmente le spese a carico della Curia. La demolizione del campanile era già stata annunciata l'anno scorso dall'ex sindaco Cosimo Piro tra malumori e polemiche anche sul web. A dare il via alla protesta fu un'intervista video rilasciata dall'arciprete Nino Giarraputo e diffusa su youtube. Alcuni cittadini scrissero addirittura al Papa Benedetto XVI e al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel tentativo di evitare l'abbattimento di un simbolo del paese. Ma sia dal Vaticano che dal Quirinale arrivarono i via libera all'abbattimento visti i vari accertamenti tecnici. Ma poi non se ne fece più niente. Adesso la Procura, tramite i carabinieri, ha chiesto di agire in fretta. Il sindaco Termine, che non vuole perdere più tempo, ha convocato una conferenza di servizi coinvolgendo tutti gli enti di competenza, che hanno "evidenziato la pericolosità del campanile", e ha emesso l'ordinanza. Sui lavori della chiesa Madre era già stata aperta un'inchiesta con il coordinamento del procurato aggiunto Ignazio Fonzo. La demolizione del campanile, realizzato in un secondo tempo rispetto alla costruzione della chiesa avvenuta nel 1745, si rende necessaria poiché si tratta di una struttura di cemento armato pericolosa, di nessun valore storico e architettonico ma soltanto "simbolico", che appesantisce la facciata monumentale della cattedrale mentre sono in corso i lavori di restauro e ricostruzione della chiesa Madre dopo il crollo della cupola avvenuto l'11 dicembre 2003 durante una notte di maltempo.  

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