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Un "Bed & breakfast" nel convento di clausura

L'idea delle monache del monastero di Santo Spirito. "Offriamo ospitalità anche a studentesse lavoratrici e famiglie. Il B&B - dice suor Faustina - si offre quale luogo ideale dove trascorrere le proprie vacanze"

AGRIGENTO. Qualche anno fa sfiorarono il guinnes per essere state le prime suore di clausura ad avere un telefonino cellulare e soprattutto per aver demolito quel muro che inevitabilmente isolava il convento - dove si prega 24 su 24 - dal resto del mondo, creando un sito web: www.monasterosantospiritoag.it.

Sullo schermo compare una colomba, le suore che contemplano la Parola e c’è poi l’immagine del portone d’ingresso. Ovviamente aperto, perché queste suore che si rifanno alla regola di San Benedetto, quella dell’«Ora ed Labora», stanno mettendocela tutta per sfatare quel mito che vuole la clausura solo come un drastico distacco dal mondo. Il sito web racconta tutto della loro giornata. Dall’inizio con la sveglia alle quattro del mattino. Poi le lodi, la Santa Messa tra gli stucchi del Serpotta, l’ora media, i vespri.... e via fino all’imbrunire quando dalla campana del convento arrivano i rintocchi che segnano che la giornata volge al desio e loro, le monache, dedicano anche quell’ultimo momento al Ringraziamento. Infine ciascuna raggiunge la propria cella.
Tra una lode ed un Padre Nostro la giornata scorre veloce. Intercalata da pulizie varie, lavori di cucito e dalle risposte che vengono date ai tanti quesiti che arrivano dalle email, attraverso le quali, chi ne ha bisogno, chiede una preghiera, un conforto spirutuale. Che loro non negano a nessuno.

Fin qui il primo guinnes. Ora arriva la seconda «spallata» all’isolamento della clausura che permaneva da ben sette secoli in questo monastero che conserva la lettera che il Diavolo in persona mandò all’allora madre abbadessa, antenata di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. L’Abbazia è grande, troppo. Così le monache hanno aperto un bed and breakfast. Poche camere, in tutto circa trenta posti letto. «Ma volendo - dice suor Faustina, che del monastero è la superiora, oltre ad essere la più giovane - potremmo anche utilizzare un’altra ala del convento ed il numero diventa maggiore». Prenotare è facile basta una telefonata al numero 328-7370299 o collegarsi con il sito.

«Offriamo ospitalità anche a studentesse lavoratrici e famiglie. Il B&B - dice suor Faustina - si offre quale luogo ideale dove trascorrere le proprie vacanze grazie alla favorevole ubicazione nel centro storico cittadino».
Per tutto l’anno la colazione, preparata dalle mani esperte delle monache, offre un notevole assortimento di prodotti fatti in casa ed include assaggi dei dolci tipici. Compreso il cous cous di pistacchio e cioccolato del quale le religiose per tradizione si tramandano la ricetta (unica al mondo) di generazione in generazione.
«Ma offriamo ai nostri ospiti una possibilità - aggiunge suor Faustina - che può rendere indimenticabile il loro soggiorno: possono, se vogliono, vivere con noi un momento di clausura. Saremo ben lieti di accoglierli in chiesa durante le lodi e la celebrazione eucastistica che si svolge ogni mattina».

Le monache da secoli partecipano alla Santa Messa nella parte alta, protette da grate di ferro. Che ora non sono più inaccessibili, ma aperte ai clienti del B&B.
L’esperimento va avanti da pochi giorni. Sul web arrivano già in primi commenti: «Monastero stupendo, ma soprattutto suor Faustina di un'ospitalità e un'accoglienza eccezionale...sicuramente ci torneremo! Si trova nel cuore di Agrigento è consigliatissimo, poi non vi dico la Valle dei Templi e soprattutto di notte!». Ed ancora: «Un'accoglienza gioviale e simpatica: colazione “peccaminosa” con dolcetti preparati direttamente dalle sante manine di una giovane suora che definire “deliziosa” è ancora poco! La pulizia poi era “estrema”».

Insomma, ad Agrigento c’era una volta la clausura. Infranta per dare corso, forse, ad un nuovo modo di evangelizzare e far conoscere le vie del Signore. Percorsi nuovi per parlare di Cristo, e nel contempo per aiutare il monastero a resistere meglio alla minaccia della crisi di vocazioni che stritola in una morsa di incertezza sul futuro gli istituti religiosi. E le monache del monastero di Santo Spirito, pur di non chiudere, danno dimostrazione di saperne una più del diavolo. Di cui Agrigento conosce le tracce.

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