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Self service, chiesti 13 rinvii a giudizio

Dopo i cinque patteggiamenti ci sarà un processo per gli altri indagati. Le indagini sono del procuratore aggiunto Fonzo e del pm Sciarretta

AGRIGENTO. Prima cinque patteggiamenti, ora ci sarà un processo per gli altri tredici indagati della maxi inchiesta "Self Service" che ha disarticolato un presunto giro di tangenti all'interno dell'ufficio tecnico comunale di Agrigento. Il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e il pubblico ministero Luca Sciarretta hanno firmato le richieste di rinvio a giudizio. Adesso si attende che venga fissata l'udienza preliminare. Sul banco degli imputati: Sebastiano Di Francesco, 53 anni, ex dirigente dell'Utc; Luigi Zicari, 59 anni, funzionario dello stesso ufficio; Pietro Vullo, 42 anni, architetto; Roberto Gallo Afflitto, 42 anni, architetto e socio di Vullo; Alfonso Vullo, 44 anni, titolare di una concessione che avrebbe pagato una tangente per ottenerne il rilascio; Gerlando Tuttolomondo, 74 anni, imprenditore; Emanuele Navarra, 63 anni, imprenditore; Salvatore Palumbo, 69 anni, imprenditore; Rosario Troisi, 54 anni, vigile urbano; Calogero Albanese, 52 anni, vigile urbano; Massimo Lorgio, 42 anni, Vincenzo Lorgio, 89 anni e Pasqualina Sciarratta, 81 anni. Gli ultimi tre imputati sono accusati di abusivismo edilizio (il solo Massimo Lorgio anche di abuso di ufficio) per una vicenda parallela al giro di tangenti. L'operazione di Digos e squadra mobile è scattata il 29 novembre scorso. Il gip Alberto Davico ha firmato dodici misure cautelari fra carcere, domiciliari, obbligo di dimora e interdizione dai pubblici uffici. La polizia, per mesi, ha intercettato i telefoni degli indagati e ha visto i filmati delle telecamere nascoste al municipio. È emerso così il ruolo del funzionario Zicari, personaggio chiave dell'operazione immortalato mentre intascava tangenti in cambio del rilascio delle concessioni edilizie ad imprenditori e professionisti. Le accuse a vario titolo sono di associazione a delinquere, abuso di ufficio e corruzione. Cinque imputati hanno già patteggiato concludendo la loro vicenda giudiziaria. Si tratta dell'architetto Salvatore Troisi (2 anni), del suo socio Giuseppe Callo Carrabba (un anno e undici mesi), del geometra Giuseppe Gallo (un anno e due mesi), dell'imprenditore Pasquale Farruggia (un anno, un mese e dieci giorni) e dell'architetto Giorgio Parrino (un anno e dieci mesi). Alcuni degli indagati hanno ammesso pienamente i fatti ricostruendo un vero e proprio "sistema" dove il pagamento della tangente sarebbe stato il presupposto indispensabile per ottenere il rilascio della concessione legittima o illegittima. Adesso la vicenda approda in aula per le altre tredici persone coinvolte. I difensori (gli avvocati Posante, Nicotra, Pennica, Catania, Baldacchino, Americo, Grillo, Galluzzo, Quattrocchi, Arrabito, Provenzani e Salvago) potranno chiedere il rito abbreviato o il patteggiamento. In caso contrario sarà il giudice a decidere se disporre il rinvio a giudizio o il non luogo a procedere.

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